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Carola Vai

La ripresa è un’incognita. Assurdo pensare ad una soluzione unica, ad una  ricetta miracolosa per uscire dalla crisi. Non esistono ne l’una e ne l’altra.  L’unica strada è lavorare, il più possibile, adeguandosi di volta in volta alle necessità imposte dalla situazione provocata dal Covid-19 in Italia. E’, in sintesi, la risposta che mi ha dato Alessandro Barberis, nome tra i più noti e importanti dell’imprenditoria torinese degli ultimi 20 anni. Ingegnere, allenato ad affrontare problemi dirigenziali giganteschi e in continua evoluzione, (tra i molti ruoli ha diretto Fiat Auto nel 1993; l’Istituto bancario San Paolo di Torino nel 1996; la Fiat nel 2002 dove poi è stato amministratore delegato e infine vicepresidente nel 2003. Ha ricoperto vari ruoli in Confindustria; ha  presieduto la Camera di Commercio di Torino dal 2004 al 2014. E tanto altro; tutto affiancato dall’interessamento per il volontariato fin dalla giovinezza).

Alessandro Barberis

“Quando un’azienda va male bisogna risanarla. Per farlo si possono seguire tre strade: tagliare, investire, oppure fare le due cose insieme. La terza ipotesi è la più difficile, ma la migliore. La ripresa, dopo lo sconquasso provocato dalla pandemia, impone di tutelare la salute e rimettere in piedi l’economia con provvedimenti in grado di conciliare le due esigenze”. Facile a dirsi, complicato da realizzare. “Mai pensato che sia un’alternativa agevole”. Poiché nessuno sa come organizzarsi, vista l’assenza di una precedente drammatica crisi analoga, secondo Barberisbisogna risolvere i problemi minuto per minuto, giorno per giorno perché non esistono formule precostituite. A determinare i risultati sarà l’agire delle persone”. In che modo?  “Devono essere adatte alle necessità imposte dalla pandemia, persone capaci di adeguare le proprie scelte alla occorrenza del momento con soluzioni percorribili, non teoriche. I piani strategici si scrivono mentre si realizzano. Quando invece non si vogliono cambiare le cose si chiedono piani di fattibilità redatti nei minimi dettagli e quando arrivano finiscono in un cassetto: ignorati. I vertici della Protezione civile nazionale, come quelli in Piemonte, nei giorni scorsi hanno fatto scelte inadeguate alle urgenze del momento”. Barberis concorda con la diffusa convinzione “che nulla sarà uguale a prima” e che la crisi “avrà un costo altissimo”. Fiducioso per natura, in questo caso si sente “più pessimista che ottimista” per le difficoltà che devono affrontare tanto il tessuto sociale che quello imprenditoriale per  individuare soluzioni conformi alla tutela della salute e allo stesso tempo alla produzione  economica. In merito alla decisione del governo di imporre all’Italia una ripresa scaglionata in quattro date (27 aprile, 4 maggio, 18 maggio, 1 giugno), Barberis chiama in causa “il principio della rana bollita” del filosofo americano Noam Chonsky. La vicenda suggerisce di immaginare il lancio di una rana in un pentolone di acqua bollente. La poveretta con un rapido salto scappa. Ma se invece la stessa rana viene immersa nell’acqua fredda e il pentolone messo sul fuoco, lei nuota tranquilla trovando addirittura gradevole il calore crescente. A poco a poco perde le forze e quando vorrebbe fuggire perché l’acqua è troppo calda, è ormai esausta. Allora sopporta, finché muore bollita.

Protezione Civile Nazionale

La ripresa a intervalli imposta in Italia, criticata da più parti, segue del resto una chiusura ritardata con gravi conseguenze proiettate sull’intero Paese. “In tutti i settori – spiega Barberis – bisogna capire in anticipo i segnali di quanto sta per accadere. Purtroppo la politica è lenta nel cogliere gli indizi e nel reagire. Certo dipende da chi c’è al governo. Chissà se qualche donna nella stanza dei bottoni avrebbe fatto la differenza?” Domanda che si sono posti in molti, soprattutto davanti alla scelta dei vertici della Protezione Civile di non coinvolgere nessun volto femminile nella task force allestita per studiare provvedimenti utili ad affrontare le preoccupanti ripercussioni della pandemia. L’ex manager, nominato di recente nel “Comitato di gestione” del nuovo Consiglio Generale della

Angela Merkel

Compagnia di San Paolo in carica fino al 2024, sottolinea la capacità della Germania di limitare le conseguenze del Covid-19 “grazie alla rapidità di intervento di Angela Merkel che ha immediatamente chiuso tutto: dai trasporti alle attività e ai servizi, obbligando ognuno (esclusi medici, sanitari e negozi alimentari)a rimanere a casa, senza eccezioni, appena si è presentato il problema”. Comportamento adottato invece con molto ritardo in Italia. Del resto la Merkel si è dimostrata imbattibile nell’emergenza, anche grazie ad una classe dirigente a livello nazionale e territoriale preparata, una catena di comando compatta, e una sanità definita “senza rivali”. Inoltre medici e infermieri sono stati salvaguardati attraverso una distribuzione massiccia di dispositivi di protezione di cui la Germania aveva fatto scorta con anticipo. Fatto che purtroppo non è avvenuto in Italia dove il Covid-19 si è divorato la vita di 154 medici (fino al 29 aprile) e numerosi infermieri.

Tra le molte conseguenze provocate dalla pandemia dal punto di vista industriale ed economico, Barberis  ha individuato  “l’importanza di cambiare in continuazione, di essere flessibili, energici, rapidi nelle scelte. Io ho 83 anni, eppure ho più stimoli e incoraggiamenti di quando avevo 20 anni, anche grazie all’esperienza”. Infine, la drammatica diffusione del Covid-19  ha svelato la scarsa credibilità di molti leader e dirigenti sia a livello politico che imprenditoriale , dimostrando in modo traumatico che “bisogna essere pronti anche alle circostanze più complesse.” Ossia, in tempi tranquilli occorre predisporre piani di allarme per non farsi cogliere impreparati persino dalle situazioni più inconcepibili.

 

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)