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Pier Carlo Sommo

(#Italiaunicaqui) – Reggio Calabria  è un gioiello dello Ionio tutto da scoprire, posta di fronte all’incantevole panorama dello Stretto. è una città che affascina con i suoi profumi, colori e sapori, conquistando con il suo vasto patrimonio storico-culturale e artistico legato alla Magna Grecia, con il clima mediterraneo e una tradizione culinaria secolare. Nel complesso è una meta turistica di valore con molti “tesori” oltre i Bronzi di Riace che giustamente hanno assunto fama mondiale. Tra i suoi gioielli è imperdibile il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC), che appunto non contiene solo i famosi Bronzi, ma espone una delle più ragguardevoli collezioni di reperti provenienti dalla Magna Grecia, una raccolta che lo rende un museo di importanza nazionale.

Pier Carlo Sommo e uno dei Dioscuri

L’idea del Museo nacque nel periodo di ricostruzione successivo al catastrofico terremoto del 1908 che colpì le città di Reggio e Messina. Il disastroso evento, nel suo genere forse il peggiore mai registrato in Europa, causò a Reggio circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti e la perdita di parte dei suoi beni architettonici e culturali.

Nel periodo della riedificazione si propose la creazione di un grande museo nazionale in cui esporre i materiali degli scavi statali insieme a quelli delle collezioni civiche. La Soprintendenza Archeologica di Reggio commissionò un nuovo edificio per costituire un  “Museo nazionale della Magna Grecia“. Il progetto fu dell’architetto Marcello Piacentini, uno dei massimi esponenti dell’architettura del primo Novecento, i lavori iniziarono nel 1932. Il Palazzo è tra i primi, in Italia, ad essere concepito come museo. Nato in una chiave estremamente moderna, che ha retto bene alle recenti ristrutturazioni, è collocato nel cuore della città, si affaccia, da un lato, sulla centrale Piazza De Nava, dall’altro, sul lungomare, con la splendida vista sullo Stretto.

Sezione della Preistoria: Graffito rupestre proveniente dalle Grotte del Romito

A causa della guerra il museo fu aperto al pubblico nel 1954 e inaugurato ufficialmente nel 1959, e come previsto unì le  collezioni del Museo civico a quelle del Museo nazionale. Nel novembre 2009, il Museo è stato chiuso per un totale restauro e definitivamente riaperto al pubblico il 30 aprile 2016 nella modernissima veste attuale, che conta 220 vetrine e si sviluppa su quattro piani espositivi che raccontano la storia della Calabria dalla preistoria all’età romana.

Il percorso del polo museale si snoda attraverso quattro aree più una dedicata alla mostre temporanee, su una superficie complessiva di undicimila metri quadrati. Un modernissimo allestimento ben supportato da testi e sussidi multimediali interattivi che permettono di comprendere appieno i reperti esposti e il contesto geografico e storico a cui appartennero.

I Dioscuri

Come abbiamo già accennato le collezioni sono nate inizialmente da un nucleo di materiale ceduto dal museo civico della città, il Museo è poi cresciuto con i molti reperti frutto delle varie campagne di scavo condotte fino ad oggi dalla Soprintendenza archeologica della Calabria. Le collezioni archeologiche del museo comprendono materiali di scavo da vari siti della Calabria, che illustrano l’arte e la storia della Magna Grecia dall’VIII secolo a.C., e materiale dei periodi precedenti (preistoria e protostoria) e successivi (periodi romano e bizantino).

Di valore artistico eccezionale gli oggetti di culto ritrovati, gli altari in terracotta, gli specchi di bronzo, le rappresentazioni delle antiche divinità greche, gli splendidi frontali di templi, le statue.

Il visitatore è accolto da una luminosa hall che era il cortile, oggi coperto da un tetto trasparente, è diventato una sala che ospita le mostre temporanee.  Il percorso museale parte dal secondo piano dove è possibile ammirare i reperti archeologici risalenti alle prime tracce degli insediamenti preistorici rinvenuti in Calabria, e prosegue in una sequenza logica sino ad arrivare al piano terra.

Il percorso nella Preistoria raccoglie reperti e scheletri umani vasellame, spade e oggetti per l’agricoltura provenienti da diverse località della Calabria, risalenti ai periodi del Neolitico, del Mesolitico, all’Età del bronzo e del Ferro. 

Decorazioni in terracotta di un tempio della Magna Grecia

Al primo piano si trova il cuore della Magna Grecia, con mille testimonianze della storia e vita delle città fondate dai greci sulle coste calabresi. Imperdibili ed emozionanti gli oggetti di culto ritrovati, gli altari in terracotta, gli specchi di bronzo, le rappresentazioni delle antiche divinità greche, gli splendidi frontali di templi, le statue dei Dioscuri e i pinakes (tavolette votive).

Al piano ammezzato troviamo reperti archeologici legati a vari aspetti della vita quotidiana della Magna  Grecia. Testimonianze di attività di teatro, musica, poesia, ma anche oggettistica e suppellettili casalinghi di pregevole fattura artigiana, trovati nei corredi funerari provenienti dalle necropoli di Gioia Tauro.

Il  piano terra  è interamente dedicato all’evoluzione Storica della città di Reggio Calabria, narrata attraverso i reperti  archeologici esposti. Il materiale proviene da scavi occasionali effettuati sotto la città attuale, compresi quelli eseguiti per la costruzione del Museo stesso e dei palazzi circostanti.

La testa di Basilea
La testa del Filosofo

Sempre al piano terreno si trova la  speciale sala dove si possono contemplare i Bronzi di Riace, ovviamente le superstar del museo, ma nella stessa sala si possono anche ammirare due bellissime teste in bronzo.  La cosiddetta Testa del Filosofo, ritrovata a Porticello vicino a Reggio Calabria, un raro esempio di ritrattistica greca e la  Testa di Basilea, originale greco in stile “tardo-severo” del secolo V avanti Cristo. Il suo nome deriva dal fatto che fu recuperata dopo alcune peripezie, trovata anche lei a Porticello  fu trafugata e venduta illegalmente al museo di Basilea, che la restituì al governo italiano nel 1993. All’ambiente dei bronzi si accede dopo qualche minuto di attesa in una sala dove si è sottoposti una sorta di decontaminazione in atmosfera filtrata.

Kouros di Reggio

Di fronte all’ ingresso della sala si può ammirare  la statua in marmo del Kouros di Reggio o “Efebo di Reggio Calabria“, che è tra le maggiori rappresentazioni della scultura arcaica della Calabria. La statuetta ha una storia singolare, è stata rinvenuta e confiscata  durante un controllo di Polizia Tributaria presso l’ufficio di un privato. E’ esposta nel museo dal 2000, ma non si conoscono le modalità ed il luogo esatto del rinvenimento, si suppone proveniente  da  scavi edilizi sul lungomare della città.

Nel complesso il MArRC  è un museo di grande valenza internazionale, ben strutturato e collocato nel cuore della città. Il personale che lo gestisce è cortese, informato ed efficiente. È un museo che da solo merita un viaggio a Reggio. Unico appunto è che, benché previsti, non sono stati ancora attivati il bookshop e la caffetteria, elementi indispensabili per un museo di quella grandezza che vuol essere di respiro mondiale. Inoltre durante la nostra visita non era accessibile, durante il normale accesso, la terrazza superiore, dalla quale si può godere un eccezionale panorama sul lungomare e sullo stretto.

 

Giorni e orari di apertura

Da martedì a domenica. Chiuso il lunedì

9.00 – 20.00 – Ultimo ingresso ore 19.30

Contatti

Indirizzo: Piazza De Nava, 26 – 89100 Reggio Calabria

e-mail: man-rc@beniculturali.it

FB: @MuseoArcheologicoRC

SITO: https://www.museoarcheologicoreggiocalabria.it/

 

Sui Bronzi di Riace vedi :  http://www.viavaiblog.it/i-bronzi-di-riace-50-anni-tra-studi-chiacchiere-misteri/

 

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Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.