Dario Gedolaro
“Questa riforma non ha nulla a che fare con l’efficienza della giustizia”. Probabilmente ha ragione l’Associazione Nazionale Magistrati che ha così commentato (criticamente) l’approvazione definitiva da parte del Senato della legge “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, il cui cuore è la separazione delle carriere tra i magistrati “giudicanti” e quelli “requirenti”, tra chi emette sentenze e i pubblici ministeri. La legge modifica il titolo IV della Costituzione per cui potrà essere sottoposta a referendum confermativo. Sono titolati a richiederlo un quinto dei membri di ciascuna Camera, cinque Consigli regionali o 500 mila elettori, ed è fuori discussione che le opposizioni – con posizioni differenziate per Azione e Italia Viva – attiveranno la procedura. Tuttavia anche nella maggioranza ci si prepara a richiedere la verifica popolare, sfidando le opposizioni sul loro terreno.
