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Pier Carlo SOMMO

 (#italiaunicaqui) – Centocinquant’anni fa, il 17 settembre 1871 si inaugurava la galleria del Frejus. A Bardonecchia e Modane per tre giorni si festeggiò l’apertura della prima galleria ferroviaria al mondo attraverso una catena montuosa.  Ma in quel periodo di fermento e grande sviluppo tecnologico una originale opera provvisoria anticipò il traforo: la ferrovia Fell.    Partendo da Susa (TO), risalendo i tornanti diretti al valico del Moncenisio, ancora oggi a lato della strada si possono vedere paravalanghe e gallerie, manufatti troppo piccoli per una strada e troppo grandi per essere pedonali. Sono quanto rimane dell’opera di un ingegnere in­glese – John Barraclough Fell – che costruì ai lati della strada napoleonica, una linea ferroviaria speciale per attraversare il Moncenisio.

Il convoglio della Ferrovia FELL nella stazione di partenza

La ferrovia Fell del Moncenisio funzionò dal 1868 al 1871 a cura della società britannica Mont Cenis Railway Company. Fu chiusa all’entrata in servizio del tunnel ferroviario del Frejus. Prima dell’a­pertura del tunnel del Frejus, occorrevano sedici ore di treno da Parigi a Saint-Michel-de ­Maurienne, e poi altre dodici ore abbondanti per percorrere in diligenza il tratto fino a Susa. Il sistema di ferrovia Fell riduceva invece il viaggio a meno di cinque ore.

I lavori furono condotti molto rapidamente da 2200 operai, in meno di tre anni, dal 1866 al 1868. Il percorso era di 77,8 chilometri, con pendenze fino all’8,3 %. Dai 500 metri di altezza di Susa, la linea ferroviaria raggiungeva il colle del Moncenisio a 2048 metri di altitudine. I dislivelli superati erano rilevanti: 1588 metri fra Susa e il Moncenisio e 1360 dal versante francese.

Il trenino in salita sul lato francese (stampa d’epoca)

Numerose le difficoltà del tracciato: forti pendenze, curve strette, tempeste di neve e rischio di valanghe. Per oltre dodici chilometri la linea ferroviaria si infilava poi in gal­lerie di protezione in pietra o in lamiera, un gigantesco tortuoso budello che, con un percorso avventuroso, si snodava fino al colle . All’altezza della Gran Croce, vi era poi una lunga galleria artificiale di lamiera dall’aspetto di un “serpente”, che la riparava dall’insidia delle valanghe (si può vedere nella prima foto).

Le soluzioni tecniche erano di grande originalità. La ferrovia scorreva su tre binari, quello centra­le sopraelevato di diciotto centimetri rispetto ai due binari laterali.  La locomotiva era dotata di ruote verticali ed orizzontali. Le ruote orizzontali, premute mediante potenti molle, esercitavano una pressione sul binario centrale, permettendo al treno di superare i tratti di forte pendenza. Il vantaggio di questo sistema era che la rotaia centrale era necessaria soltanto nei tratti di linea con pendenza maggiore o tortuosi, nel resto della linea il funzionamento era analogo a quello di un treno tradizionale semplificando quindi la costruzione e le manovre.

La locomotiva “sistema Fell”

La locomotiva a vapore trainava due vagoni merci e tre carrozze passeggeri, poteva trasportare 48 persone alla velocità di 25 km/h in salita e di 17 km/h in discesa. Curiosa la caratteristica dei finestrini posti in alto, per evitare ipotetici malori ai viaggia­tori a causa della visione degli “orridi” precipizi.

Il trenino del Moncenisio ebbe un enorme successo: dal 15 giugno 1868 al primo marzo 1871, trasportò circa 100.000 passeggeri, tra di loro alcuni personaggi famosi, come l’imperatrice francese Eugenia de Montijo, il Principe di Galles – futuro Edoardo VIII – e l’alpinista Edward Whymper.

In quei pochi anni di attività la ferrovia del Moncenisio fu utilizzata anche dalla famosa “Valigia delle Indie” che collegava Londra con Nuova Delhi.

Una delle gallerie ancora esistenti sul lato italiano

Il treno di John Fell era un modello sperimen­tale e come tale fu disattivato e smantellato dopo solo tre anni di funzionamento quando venne completato il traforo ferroviario del Frejus. Era però un sistema tecnicamente affidabile. Durante il periodo di utilizzo non si verificarono mai incidenti. Dopo la soppressione le locomotive e le carrozze vennero riutilizzate in Brasile. Il sistema Fell ebbe molteplici discendenti sulle montagne di tutto il mondo, che rimasero in funzione per molti anni. Oggi l’unica linea ancora in attività a utilizzare il sistema Fell è la Snaefell Mountain Railway sull’ isola di Man, in Gran Bretagna.

Le sue vestigia, dopo l’oblio e vari tentativi di demolizione ora sono conservate e segnalate da cartelli, diventate finalmente una parte importante di quel grande museo a cielo aperto dell’ingegno umano che sono le opere di viabilità attraverso le Alpi.

 

La storia del traforo del Frejus:

http://www.viavaiblog.it/l-traforo-ferroviario-del-frejus-un-opera-dellingegno-e-della-lungimiranza-politico-economica-del-vecchio-piemonte-risorgimentale/

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.