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Sergio Scamuzzi*

Il libro “GATTI DI STATO” (Rubbettino) di Carola Vai utilizza i gatti come una spia della vita quotidiana di famosi leader politici del passato e del presente – spazia da egizi e antichi romani all’Italia liberale a Kennedy e Mattarella – e delle loro compagne e compagni, vite a loro volta significative per il ruolo storico esercitato da questi personaggi

Carola Vai e Sergio Scamuzzi

“Spia” è il dettaglio che consente al critico d’arte l’attribuzione dell’opera, non la scena o la pennellata. La nozione ha ricevuto uno statuto epistemologico importante da Carlo G(h)inzburg, “Spie. Radici di un paradigma indiziario (in Crisi della ragione”, a cura di Aldo Gargani, Torino, Einaudi, 1979).  G(H)inzburg lo dimostrò anche come storico: nel bel libro Il formaggio  e i vermi la minima vicenda processuale del mugnaio Menocchio davanti all’Inquisizione del 1500 rivela l’intera società e politica dell’epoca quanto le carte e la storia delle grandi monarchie. E i gatti si dimostrano buone ‘spie’, buoni ‘indizi’, di alcuni aspetti della politica di oggi, grazie a Carola Vai.

Il gatto partecipa a pieno titolo della scena del potere, anche del suo cerimoniale, ma non della scenografia strategicamente pensata  (vi ricordate invece il gatto del nemico di James Bond, il capo di Spectre?), L’attenzione al ruolo del rapporti di questi personaggi coi giornalisti mostra bene come questo confine da loro non sia stato ancora travalicato (vedi ad es. Roosevelt) : il potere politico ha bisogno di una scena, e di comunicare su di essa, essendo pubblico per definizione: la democrazia anzi diceva Norberto Bobbio è esercizio del potere pubblico in pubblico – vedi Il Futuro della democrazia del 1984 – per definire il suo apporto antitetico alla corruzione e agli arcana imperii. Ma in queste biografie la degenerazione scenografica della politica, la politica spettacolo, una decisione politica o presa di posizione fatta per produrre comunicazione quale che sia, puro simbolo fatico, essere presenti sulla scena comunque è ancora una realtà di là da venire. Ne ricaviamo un piccolo messaggio per il presente: si può anche comunicare diversamente pur facendo politica e con successo.

Libro GATTI DI STATO Copertina

Il rapporto col gatto, ci documenta Carola Vai, si accresce in senso consolatorio con l’età e questo per tutti, il che lo umanizza ulteriormente e lo porta fuori dalla scena del potere, insieme col suo padrone. Il pet è alla fine non all’inizio.

Il rapporto del personaggio col gatto è sempre correlato positivamente a un suo rapporto positivo e ‘paritario’ con gli uomini (e le donne se il personaggio è maschio). I due atteggiamenti sembrano correlarsi positivamente: molte grandi donne e molte coppie di ferro sono assai ben descritte con asciutta vivacità nelle biografie scelte per questo libro Anche qui moralità e solidarietà, parità di genere sono vissuti concreti, testimonianze forti. Il pregiudizio che vuole il potere ‘maschio’ rivela tutta sua irrealtà e la miseria umana di chi lo afferma, proprio ricostruendo queste esperienze al massimo livello della élite del potere nell’ottocento come nel novecento

Alcuni leader a dire il vero, e Carola Vai accuratamente lo ricostruisce, sono in realtà dei donnaioli, ma sembrano più vittime di un’emozione  irrefrenabile spogliata del potere, estranea ad esso  (Cavour) che consapevoli don Giovanni, impegnati a usare il loro potere anche per possedere donne; in qualche caso (Kennedy) compare  una classica  doppia morale che vede nella coppia matrimoniale la ‘bella copia’ razionale del rapporto quasi casuale  con le amanti (un problema interpretativo presenta però  la relazione con Marylin Monroe, una figura assai complessa).  Le donne descritte sono esempi di emancipazione tanto più ammirevoli quanto più ricordiamo il forte sessismo dei tempi e delle società in cui vivevano: la donna borghese aveva come ruolo e dovere soltanto mostrare ricchezza e potere del marito e fare figli.

Carola Vai

Un certo stereotipo associa i gatti a persone deboli e in solitudine, Carola  Vai invece  ha descritto  personalità forti e determinate a superare  ogni ostacolo nella vita: un fisico malato (Cavour, Kennedy, Evita) , una società ingiusta e disuguale verso chi nasce in una classe inferiore (Nitti), lutti pesanti  (Mattarella), e naturalmente gli avversari politici sempre molto forti e la lotta sfidante (le tre regine), il che ovviamente vale per tutti i personaggi visto il ruolo che si sono scelti e si sono battuti per raggiungere senza ricevere regali da nessuno. Per il sociologo è il massimo dell’agency cioè della capacità di un soggetto di superare condizionamenti e vincoli sociali (come il pregiudizio, o l’incidente biografico, o vere strategie avverse  in questi casi ) e agire, non esserne vittima come la maggior parte delle persone in condizioni simili. Non è dunque un segno di debolezza o di ritiro dalla società voler bene a un gatto potremmo aggiungere.

Conclusione: il gatto si rivela una spia che ci aiuta a rilevare aspetti importantissimi della politica: la sua comunicazione in democrazia, il rapporto tra i generi, la capacità di agire. Non è poco.

* Sergio Scamuzzi, già vice-Rettore per la comunicazione, professore ordinario di Sociologia all’Università di Torino, insegna nei corsi di laurea in Scienze della comunicazione e di Sociologia e ricerca sociale.  Ha al suo attivo più di 100 pubblicazioni tra articoli e volumi riguardanti studi e ricerche sullo sviluppo locale, le disuguaglianze, l’economia della conoscenza e della cultura. È direttore della Fondazione Istituto Gramsci Piemonte.

“GATTI DI STATO” (Rubbettino editore) parla di re, regine, papi, statisti di mondi ed epoche diverse e dei loro felini. Il libro (200 pagine, 16 euro) è in vendita nelle librerie e sul sito dell’editore https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/gatti-di-stato/

http://www.viavaiblog.it/i-gatti-di-stato-aiutano-la-politica-dei-potenti/

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)