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Dario Gedolaro

Che Papa sarà Leone XIV, il primo pontefice statunitense, ma anche il primo della congregazione agostiniana, quella a cui apparteneva Martin Lutero, il monaco che ha spezzato l’unità della Chiesa Cattolica Romana? Difficilissimo dirlo, perché come vengono spesso smentite le previsioni su chi sarà eletto Papa, così possono essere facilmente smentiti i frettolosi identikit del prescelto dal Conclave.

Papa Leone XIV

Di primo acchito si possono solo delineare alcune impressioni sul suo carattere e l’aggettivo che i commentatori (anche statunitensi) hanno con più frequenza usato è “mite”. Lo si deriva dal modo di presentarsi all’enorme folla che lo acclamava in Piazza San Pietro con quell’esordio molto evangelico: “Pace a tutti”, con quel sorriso emozionato, con quell’eloquio senza eccessi nelle parole e nei toni.

Massimo Gramellini sul Corriere scrive: “Nell’epoca dei gesti plastici e dei toni arroganti a favore di social, Leone l’Americano sembra andare da tutt’altra parte. Chissà che la sua mitezza non faccia proseliti, al di qua e al di là del vasto oceano. Una mitezza nei modi e nel presentarsi”. E ancora: “Si è presentato al mondo in forme assai diverse dal suo predecessore. Niente abito dimesso (è tornata la mozzetta rossa), niente «Buonasera» da amicone, né parole improvvisate a braccio, ma solo scritte su un foglio che impugnava con entrambe le mani. E, a parte il saluto in spagnolo alla vecchia diocesi peruviana, neanche un accenno a sé stesso”.

La sottolineatura che non abbia parlato a braccio introduce un altro aggettivo che sembra adatto al nuovo Papa: “Riflessivo”. Come deve essere un monaco agostiniano, le cui caratteristiche sono la dedizione agli studi, l’approfondimento della filosofia per conciliare fede e ragione e l’attività missionaria ed educativa. Oltre alla devozione alla Madonna. E infatti al termine del suo discorso alla folla Papa Leone XIV ha invitato tutti a recitare un’Ave Maria e nei giorni successivi si è recato da pellegrino al santuario della Madonna del Buon Consiglio, a Genazzano, retto dai padri agostiniani.

Cappella Sistina: la prima Messa di Papa Leone XIV

“Riflessivo”, introduce un’altra ipotizzabile caratteristica, la “fermezza” nelle decisioni una volta che si sono fatte le dovute considerazioni e ponderazioni. E poi c’è quel nome scelto: “Leone”. E’evidente il richiamo ai grandi Papi del passato: Leone Magno, che nella bufera dopo la caduta dell’Impero romano fu punto di riferimento per il popolo e seppe fermare i barbari alle porte dell’Italia; ma soprattutto Leone XIII, autore dell’enciclica Rerum Novarum, con la quale per la prima volta la Chiesa cattolica prese posizione in ordine alle questioni sociali e fondò la sua moderna dottrina sociale.

Sarà un Papa progressista (cioè di sinistra) o conservatore (cioè di destra)? Diciamo subito che sono categorie che hanno poco senso se si usano per un Papa. Il riferimento alla Rerum Novarum potrebbe subito far pensare a un Papa politicamente di sinistra, ma poi viene fuori che in USA si era iscritto alle liste elettorali dei Repubblicani. Papa Bergoglio passava per essere un Papa progressista per il suo anticonformismo, il suo pacifismo, la sua critica al capitalismo in stile statunitense (non per altro era un argentino), ma anche per sue presunte aperture al mondo omosessuale. Poi però altre sue affermazioni andarono in senso contrario: la raccomandazione fatta ai vescovi italiani di non aprire i seminari alla “frociaggine”, le sue parole forti contro l’aborto, la sua tenace difesa della famiglia tradizionale. Tutte cose che ai radical chic di sinistra fanno accapponare la pelle. Ma non solo: la sua critica alla NATO che “ha abbaiato ai confini della Russia” e quindi innescato la reazione di Putin contro l’Ucraina, come se fosse un Salvini con la tonaca (ma anche un Conte o un Fratoianni). Per quanto riguarda il pacifismo tutti i Papi, almeno da quando la Chiesa ha perso il suo potere temporale, hanno tuonato contro le guerre.

Georg Gänswein

Monsignor Georg, che è stato un braccio destro di Papa Ratzinger (ma poi spedito in Lituania da papa Francesco) fa una previsione riguardo al nuovo Pontefice, che è anche una non troppo velata critica al predecessore e che probabilmente spiega la scelta dei cardinali: “Se uniamo le scarpe nere di Bergoglio alla chiarezza dottrinale cristallina di Ratzinger, senza cercare a tutti i costi l’originalità, penso che Leone XIV offrirà una bella combinazione. Sì, potrà rappresentare la sintesi delle cose migliori di entrambi… Quando l’ho visto uscire sul balcone della basilica di San Pietro mi sono detto: otticamente e acusticamente, questo Papa suscita speranza, speranza, speranza…».

E allora, possiamo prevedere che ci sarà un qualche aggiustamento soprattutto nei modi “casual”  di papa Francesco, ma non una brusca inversione di tendenza (d’altronde viene da quell’America che è sempre stata meno formale e impettita della Vecchia Europa). Insomma, si passa dall’utilitaria al Suv nero (quello usato per la sua prima uscita da Roma), ma senza tornare alle pompose auto ufficiali della Curia. E si può anche pensare a una maggiore chiarezza nel definire e difendere la dottrina e l’etica cattolica dalle mode radical. Comunque non ci resta che aspettare e vedere.

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.