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Tag Archives: Giorgia Meloni

Dario Gedolaro

Altri sbarchi, altri morti, e come al solito, anche dopo la tragedia di Crotone, altro chiasso strumentale e offensivo per le vittime, altro discredito sulle istituzioni senza considerare i rischi per la temuta del sistema democratico. Un quotidiano “indipendente” che si distingue ormai per fare pura propaganda ha titolato: “Strage di Stato”. Il Domani, il giornale dell’imprenditore Carlo De Benedetti, ha scritto: “Salvini e la sua guardia costiera hanno lasciato morire i migranti”. E via discorrendo.

Dario Gedolaro

 C’è uno spettro che si aggira nei saloni de La Stampa, quello di Giorgia Meloni. Uno spettro che sembra togliere il sonno (e un po’ di lucidità) al direttore Massimo Giannini. Ne è un esempio un suo prolisso e apocalittico editoriale di qualche giorno fa. Giannini inizia bacchettando l’elettorato italiano: “Non è ancora chiaro cosa in lei (cioè in Giorgia Meloni, ndr.) abbia trovato il Paese”, in questa “capatrena” (termine orribile che storpia, in ossequio al lessico politicamente corretto, il termine “capotreno”), “in questa underdog determinata a “stravolgere i pronostici”, forte della sua minorità culturale che si è fatta maggioranza politica”.

Dario Gedolaro

Con un discorso coraggioso  – basterebbe citare la frase: “Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l'underdog”, cioè il perdente – Giorgia Meloni ha avuto la fiducia da parte del Parlamento e raccolto consensi da buona parte dell’opinione pubblica. Ora bisognerà vedere che cosa concretamente farà il suo governo, comunque non si illuda: la faziosità e la litigiosità della politica italiana, retaggio di una storia secolare fatta di cento campanili e, all’ interno di essi, di divisioni settarie fra “bianchi” e “neri”, sarà un duro ostacolo al suo cammino e a quello della sua maggioranza di centro-destra (come è avvenuto negli anni scorsi anche per altre maggioranze). Se ne è già avuto qualche esempio in questi giorni e cito due casi: le polemiche sul termine “merito” e quelle sulla creazione di un Ministero della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità.

Carola Vai

Una piccola-grande donna con il pallino della politica, una straordinaria abilità nei rapporti sociali e nella comunicazione, affamata dal bisogno di essere sempre all’altezza della situazione per essere accettata soprattutto in un ambiente maschile. Così appare Giorgia Meloni prima donna a capo del governo nella storia d’Italia. Un evento storico suggellato oggi, domenica 22 ottobre 2022, dalla cerimonia del passaggio del ruolo da Mario Draghi, presidente uscente, a lei, nuovo presidente, con la consegna della campanella utilizzata dal capo del governo per aprire le riunioni del Consiglio dei Ministri.

Dario Gedolaro

L’ “allarme democratico” lanciato da Enrico Letta non ha funzionato, gli italiani non gli hanno creduto e alla fine le previsioni si sono tradotte in realtà: il centrodestra vince le elezioni politiche con un largo vantaggio su tutti gli avversari, Pd, MS5, Azione. Se si guarda la cartina dell’Italia, divisa collegio per collegio, sia alla Camera sia al Senato è quasi completamente colorata di azzurro (dove il centrodestra è la coalizione più forte). Primo partito della coalizione Fratelli d’ Italia e, dunque, se gli alleati del centro destra manterranno le promesse fatte in campagna elettorale, Giorgia Meloni sarà il primo premier donna della Repubblica Italiana.

Dario Gedolaro

Ma che colore ha l’ idiozia? Di fronte ai gravi fatti di Roma, con l’ assalto alla Cgil da parte di una masnada di dimostranti capeggiati da esponenti dell’ estrema destra, mi pare che si debba rifuggire dalle non disinteressate semplificazioni. Il fenomeno che ha originato l’ episodio è quello dei No Vax/No Green Pass, un mondo variegato, sicuramente non solo di destra, che trova aderenti anche a sinistra, fra i Cinque Stelle e nelle frange giovanili dei Centri Sociali.

Carola Vai

Personalmente non ho mai creduto all’introduzione per legge delle quote rosa per aiutare le donne a conquistare posizioni apicali . La soluzione per frenare la disuguaglianza di genere può solo venire da provvedimenti governativi . Una convinzione, la mia, non sempre condivisa. Ma con il premier Mario Draghi, forse, si possono auspicare cambiamenti. Lui stesso nel suo primo intervento in Senato ha detto: “Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso”.