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Carola Vai

 Fare il possibile per sviluppare il mondo dell’editoria e incentivare il desiderio di leggere degli italiani perché “i libri aiutano la Democrazia”. È lo sforzo che intende portare avanti il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ribadito durante la cerimonia di chiusura di "Ivrea capitale del libro 2022", presso il teatro Giacosa di Ivrea (Torino), con la consegna del “Manifesto per il futuro del libro” a Genova città che ha ottenuto l’eredità del ruolo per il 2023. Compito non facile per il ministro considerate le molte difficoltà che attanagliano il settore. Sangiuliano, appassionato del libro, a conferma della sua volontà di aiutare il comparto ha annunciato l’arrivo di “un equo canone sostenibile per le librerie dei centri storici” per contrastare “il forte rischio che i centri storici vengano depredati delle librerie a discapito delle griffe di successo”.

Dario Gedolaro

Bimbi di coppie gay: di che cosa stiamo parlando? Le polemiche sollevate in questi giorni perché alcuni sindaci (prima Torino, poi Milano) rispettano la legge (ci mancherebbe ancora che proprio i rappresentanti dello Stato non lo facessero) e hanno interrotto le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie gay, sono come al solito avvolte da parole fumose, come “maternità surrogata”, o da generiche frasi fatte, come “diritti dei bambini”, “diritti civili”.

Dario Gedolaro

Altri sbarchi, altri morti, e come al solito, anche dopo la tragedia di Crotone, altro chiasso strumentale e offensivo per le vittime, altro discredito sulle istituzioni senza considerare i rischi per la temuta del sistema democratico. Un quotidiano “indipendente” che si distingue ormai per fare pura propaganda ha titolato: “Strage di Stato”. Il Domani, il giornale dell’imprenditore Carlo De Benedetti, ha scritto: “Salvini e la sua guardia costiera hanno lasciato morire i migranti”. E via discorrendo.

Dario Gedolaro

“Una volta l’appartenenza alla Chiesa conferiva status, oggi il cristianesimo sta diventando un impedimento all’ascesa di una persona ai livelli alti della società. Chiunque tenti di sposare gli insegnamenti cristiani tradizionali nell’ambito di un moderno studio legale, banca o società di consulenza, si vede messo alla porta”. Non lo scrive un movimento cristiano integralista, uno di quelli che vedono diavolerie della civiltà moderna dietro ad ogni angolo. Questo commento dai toni critici è di uno dei più autorevoli quotidiani al mondo: il Times. Lo spunto è venuto dalla vicenda capitata a Kate Forbes, la trentaduenne ministro delle Finanze del governo scozzese candidata (e finora favorita) a succedere al dimissionario Primo Ministro Nicola Sturgeon, leader dello Scottish National Party, il partito indipendentista al potere. Sturgeon aveva giustificato la sua rinuncia a “stanchezza”, ma molti altri commentatori l’hanno attribuita alle peripezie cui è andata incontro: dalla bocciatura della Corte Suprema britannica a un secondo referendum sull’indipendenza della Scozia a quella  della legge sull’ “autodeterminazione di genere”, “Gender Recognition Reform Bill”, che prevedeva il  cambio automatico di sesso mediante semplice autocertificazione  senza bisogno di un parere medico, e per di più anche se minorenni (sopra i 16 anni). Un provvedimento che aveva suscitato tali e tante polemiche e perplessità, all’interno e fuori dal partito della Sturgeon (la scrittrice J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, si era fatta promotrice di una campagna per contestarlo), che alla fine il governo di Londra ha esercitato il diritto di veto sulla legge, una cosa senza precedenti. La Forbes, che non condivideva la legge, è stata fortemente contestata dagli ambienti radical perché in nome della sua fede cristiana si è detta contraria di principio alle nozze gay, alle teorie di genere e all’aborto, seppur rispettosa delle norme in vigore. E così si sono letti commenti del tipo: “Se credi che essere gay sia un peccato, non hai posto per essere il primo ministro di questo paese”. Fra l’altro, su posizioni analoghe è anche un’altra candidata a Primo Ministro, Ash Regan, che si era dimessa da ministro della Sicurezza del governo Sturgeon proprio per protesta contro i contenuti del “Gender Recognition Reform Bill”. Ora una fetta dello Scottish National Party, incalzata dall’opinione pubblica “politicamente corretta”, spinge per il terzo candidato, Humza Yousaf, parlamentare di fede islamica (praticante), ma che si è affrettato a garantire il rispetto della controversa legge sul cambio di sesso. Eppure Humza Yousa come ministro della Sanità del governo Sturgeon era stato bersaglio di innumerevoli critiche per la gestione del Covid e per la fatiscenza del sistema sanitario pubblico scozzese. Sulle tre candidature si esprimerà il partito entro il 27 marzo. La vicenda scozzese presenta, dunque, un paradosso: ciò che non viene concesso ai cristiani viene concesso ai musulmani, senza considerare il principio essenzialmente teocratico della religione islamica. E senza riflettere o avere cognizione del fatto che è proprio sulle libertà cristiane che si è costruito nei secoli il moderno liberalismo delle nostre “società aperte”. Scrive Corrado Ocone, sul sito di Nicola Porro: “ Siamo passati dalla società secolarizzata a quella post e anti cristiana, dal principio di laicità a quello di esclusione. Che è poi quanto di più illiberale possa esserci. Forse nemmeno i più radicali fra gli illuministi francesi avrebbero mai pensato che un giorno potesse accadere”. Il risultato è che la religione che “si vorrebbe far uscire dalla porta rientra, con un aspetto intollerante, dalla finestra”. Per tornare alle Forbes, non è cattolica, ma calvinista; è membro della Free Church of Scotland, una piccola chiesa protestante con 13 mila seguaci, la quale l’ha difesa con un comunicato: “È deplorevole che secondo alcuni l’onesta adesione di Kate ai semplici valori tradizionali la escluderebbe dal contribuire al bene comune della Scozia. La Free Church of Scotland è preoccupata per il livello di intolleranza anticristiana che è stato mostrato sui social media e da alcuni commentatori politici e mediatici. Kate Forbes va valutata sulla base delle sue azioni politiche: il fatto che venga criticata per le sue convinzioni cristiane mostra un livello di fanatismo che non ha posto in una società pluralista e diversificata”.

Carola Vai

Dieci anni fa, il 28 febbraio 2013, papa Benedetto XVI rinunciava al soglio pontificio come aveva comunicato in latino qualche giorno prima, l’11 febbraio, davanti ad una platea di cardinali. Un evento che stupì il mondo e scosse la Chiesa. E che oggi pone un continuo interrogativo: anche papa Francesco potrebbe seguire l’esempio di Ratzinger se le sue condizioni di salute gli impedissero di esercitare al meglio il suo ruolo? Le voci sulle dimissioni di papa Bergoglio si susseguono da anni. Domande e dubbi al momento restano comunque senza risposta.

Dario Gedolaro

Povera musica affogata in un minestrone di maleducazione, conformismo e stupidità assortite. L’ultimo Festival di Sanremo che ci ha propinato Amadeus è stato veramente indigesto. Spiace che un conduttore bravo finisca col macchiare la sua carriera pur di inseguire gli indici di ascolto. E così la gara canora e le esibizioni dei cantanti migliori sono passate in secondo piano rispetto alla valanga di sceneggiate, dichiarazioni, provocazioni (il giornalista Tony Damascelli l’ha ribattezzato “il Rai pride”), che hanno trasformato l’Ariston in una tribuna elettorale dell’estremismo dogmatico della sinistra radical chic.

Dario Gedolaro

La bufera che si è scatenata sul deputato di Fratelli dì Italia, Gaetano Donzelli, e sul sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, è l’ennesimo esempio di come i partiti italiani non perdano il vizio di trasformare il dibattito politico in un teatrino irritante e di fare sceneggiate chiassose e ridicole.

Dario Gedolaro

La celebrazione della Giornata della memoria è anche l’occasione per riflettere se la tragedia della Shoah fu favorita dai silenzi al limite della connivenza. Inevitabile a questo proposito affrontare il tema del comportamento di Papa Pio XII, che a un certo punto (non nell’immediato dopoguerra) finì sul banco degli imputati. Pur se la storiografia contemporanea ha corretto e modificato molti dei giudizi negativi (o pregiudizi) nei suoi confronti, nell’opinione pubblica resta l’idea che il  Capo della Chiesa Cattolica abbia taciuto per poco coraggio o per una sorta di acquiescenza. Eppure – tanto per citare un dato – se quasi il 90% degli ebrei italiani si salvò dalla deportazione, in buona parte questo avvenne grazie all’opera della Chiesa cattolica, a tutti i livelli, che li accolse e nascose in conventi, istituti religiosi, seminari, parrocchie (un’opera di soccorso analoga avvenne in molti altri Paesi europei).

Pier Carlo Sommo

Il  variegato patrimonio museale torinese non è secondo a nessuno, ricco di valori e curiosità è degno di una capitale come è stata Torino. Tra i tanti tesori è da ricordare che alla Reggia di Venaria Reale è conservata l’unica barca da parata veneziana settecentesca rimasta al mondo. E' simile al Bucintoro della Repubblica di Venezia, che era un grande naviglio da parata, ornato d'intagli e di sculture dorate riservato, come nave di stato, ad accogliere il Doge e la signoria con la loro corte in pubbliche feste e ricevimenti per l’accoglienza a Venezia di sovrani e di augusti personaggi. Era poi essenziale protagonista dell'antichissima "Festa della Sensa", dove avveniva il tradizionale "Sposalizio" del mare celebrato ogni anno alla presenza del Doge che, con solennità si recava nella laguna a gettare nelle onde il simbolico anello nuziale. L’ultimo Bucintoro veneziano fu distrutto dai francesi nel 1798 per spregio verso la sconfitta Repubblica. Poco è rimasto di quella splendida imbarcazione, delle ricche decorazioni restano solo pochi frammenti conservati in alcuni musei veneziani e un fedele modello in scala all’Arsenale.     

Dario Gedolaro

Negli ultimi due anni i torinesi hanno adottato settemila cani, quasi quanto il numero di bambini che sono nati in città. “Siamo - scrive La Stampa - sempre più una città a misura di cuccioli di animale anche a livello amministrativo, dove crescono le politiche rivolte ai quattro zampe”.  Ma, al di là della simpatia che si può nutrire per il migliore amico dell’uomo, non è una buona notizia. Se infatti è vero, come dice ancora La Stampa, che a Torino c’è stato “un aumento sensibile e continuativo del numero di cani registrati all’anagrafe canina, erano 75.312 nel 2020, sono diventati 79.726 nel 2021, 82.247 nel 2022”, un andamento inversamente proporzionale si registra nella decrescita della popolazione a causa del bassissimo numero di nascite.