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Dario Gedolaro

La bufera che si è scatenata sul deputato di Fratelli dì Italia, Gaetano Donzelli, e sul sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, è l’ennesimo esempio di come i partiti italiani non perdano il vizio di trasformare il dibattito politico in un teatrino irritante e di fare sceneggiate chiassose e ridicole.

Giovanni Donzelli

Ma vediamo che cosa è successo e quindi che cosa ha detto Donzelli durante il dibattito sull’applicazione del 41 bis (carcere in regime speciale) all’anarchico Alfredo Cospito: “Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere. È uno strumento della mafia, non solo perché lo dice Cospito. Dai documenti che si trovano al Ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: ‘Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato’, che sarebbe l’abolizione del 41 bis. Cospito rispondeva: ‘Dev’essere una lotta contro il 41 bis, per me siamo tutti uguali’. Ma lo stesso giorno, il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”.

Per quanto riguarda la visita nel carcere di Sassari dei quattro parlamentari del Pd, non si sapeva di una circostanza non del tutto secondaria, e cioè che Cospito aveva detto ai deputati dem di non voler parlare con loro se prima non avessero parlato con gli altri. E tra questi altri c’erano i due boss mafiosi De Maio e Presta. E così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha rincarato le accuse: “Una richiesta che la delegazione del Pd non ha rifiutato, accettando di fare quell’inchino parlando con i due criminali”.

Apriti cielo! I rappresentanti del Pd si sono stracciati le vesti (espressione che si usa per indicare una situazione disperata che non si sa più come affrontare, ma dalla quale si cerca di uscire a qualunque costo). Però Debora Serracchiani non ha potuto smentire nulla e si è solo giustificata: “”Abbiamo parlato con questi detenuti tanto quanto avremmo parlato con Cospito. E siamo andati lì solo ed esclusivamente per ragioni umanitarie per verificare le sue condizioni di salute (ok quelle di Cospito, ma che c’entrano gli altri mafiosi?, ndr)”.

Il Pd, ancora una volta scombussolato dalle sue contraddizioni (tra chi vuol mantenere il 41 bis e chi no, come Orlando), ha alzato il tono della polemica, ha chiesto per ora inutilmente le dimissioni (non facciamoci mancare nulla), di Donzelli e Delmastro, il quale avrebbe rivelato il contenuto di documenti coperti da segreto al compagno di partito, e chiesto un “giurì d’onore” per le frasi pronunciate da Donzelli, una sorta di commissione d’inchiesta della cui relazione, però, “l’Assemblea si limita a prendere atto, senza dibattito né votazione” (dice il regolamento). Quindi poca cosa.

Donzelli ha replicato: “Quelle che ho riferito non erano intercettazioni, ma una conversazione captata in carcere e inserita in una relazione del ministero della Giustizia del cui contenuto, in quanto parlamentare, potevo essere messo a conoscenza”. E, non senza una qualche ragione, ha aggiunto: “Paradossale che i parlamentari del Pd, invece di spiegare perché sono andati a trovare Cospito e cosa pensano del 41 bis, attacchino me”. Sulla riservatezza o meno dei documenti il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, gli ha dato ragione. Ma la polemica va avanti e la gazzarra non fa sicuramente dispiacere a Cospito e ai mafiosi in regime di 41 bis.

Insomma, fra qualche imprudenza da un lato e le sceneggiate dall’altro, la politica italiana conferma i suoi difetti: il distacco dai problemi reali del Paese, la superficialità, il settarismo, il trasformismo (si cambiano alleanze dal mattino alla sera e si va con quelli che un minuto prima erano considerati una iatttura per il Paese). In Parlamento si affrontano argomenti senza preparazione, non conoscendo il tema se non superficialmente, parlando per slogan invece che facendo ragionamenti, cambiando parere a seconda se si è in maggioranza o all’opposizione. Un esempio? Il caso del Bonus 110%, voluto da un ministro, Roberto Gualtieri, che è del Pd, il quale infatti l’ha votato, ma poi ha cambiato parere, lasciandolo affossare senza muovere un dito.

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)