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Pier Carlo Sommo

Sarà  aperta al pubblico dal 19 al 29 febbraio (Ingresso libero – orario 10 – 19) presso il Mastio della Cittadella, Corso Galileo Ferraris 0 – Torino, la mostra: “1919 – l’artiglieria italiana dopo la prima guerra mondiale, Organici, prede belliche e riparazioni.

La mostra narra con immagini,  armi , divise e oggetti del tempo, un periodo poco conosciuto, ma decisivo per la storia  dell’Arma di Artiglieria e dell’Italia.  In sintesi illustra cosa accadde nel 1919, primo anno di pace.

Museo Nazionale dell’Artiglieria di Torino

La rassegna, posta idealmente a chiusura delle manifestazioni per il centenario del primo conflitto mondiale, è organizzata dall’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, Sezione Provinciale di Torino, in collaborazione con il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino e lo Stato Maggiore Esercito con il patrocinio del Ministero della Difesa.

Il 1919 fu un anno importante, che segnò il futuro dell’Europa, tra sogni utopie ed errori.  La prima guerra mondiale fu definita “Il suicidio d’Europa” in quanto da allora il ruolo del vecchio continente nel mondo cambiò totalmente. La conferenza di pace di Versailles, giudicata oggi, fu pressoché un fallimento. Rimasero troppi problemi insoluti, che furono poi tra le ragioni che scatenarono il secondo conflitto mondiale.

Prigionieri austriaci

La mostra non parla solo di artiglierie, ma illustra un quadro vasto di quel complesso anno. Tra i tanti argomenti trattati vi è quello del ritorno dei prigionieri dei paesi ex belligeranti. I numeri erano imponenti, circa 550 mila  austroungarici in Italia e 600 mila italiani in Germania e Austria. Vissero situazioni terribili, di freddo e fame. Alla  già difficile situazione si aggiunse il diffondersi dell’epidemia dell’influenza detta spagnola, iniziata alla fine del 1918. Questa malattia, che nel mondo causò 22 milioni di morti, si diffondeva velocemente tra le grandi concentrazioni di persone e colpiva con un’incidenza maggiore i giovani tra i 22 e i 45 anni, persero la vita un decimo dei prigionieri di entrambe le parti.

Smobilitazione

La Smobilitazione  e la conseguente riorganizzazione delle forze armate è un altro argomento di rilievo del 1919.  Al 2 novembre 1918 erano in armi 2.858.000 sottufficiali e soldati e 186.000 ufficiali;  il 1 luglio 1919, il Regio Esercito italiano contava ancora 1.578.000 uomini.  Il nuovo governo di Francesco Saverio Nitti avviò il completamento della smobilitazione cercando una forte riduzione delle spese militari. Il 21 novembre 1919 fu approvato l’ordinamento provvisorio dell’Esercito, passato alla storia con il nome del Ministro della Guerra, gen. Alberico Albricci. L’esercito fu così ridotto a 500.000 uomini.

Artiglierie catturate

Filo conduttore della mostra è il bottino di artiglierie catturato, che fu motore  per l’Arma di Artiglieria e il Regio Esercito di una profonda revisione tecnica ed organizzativa. Il quantitativo di artiglierie fu enorme, tanto da essere citato nel famoso bollettino della vittoria del generale Diaz: un complesso di circa 5000 pezzi, spesso di qualità superiore ai prodotti nazionali.

I materiali dell’artiglieria austroungarica incamerati come preda bellica entrarono in servizio nell’artiglieria italiana, ad eccezione delle bombarde, rimanendo in linea fino alla seconda guerra mondiale, talvolta soppiantando i pezzi di costruzione nazionale perché ritenuti qualitativamente superiori.

Un cospicuo numero di pezzi di artiglieria rimodernati rimase in servizio, con ottimi risultati, fino agli anni 80 del ‘900.  Una curiosità: dopo 100 anni, di quel bottino è ancora in servizio un pezzo. Si tratta del 105/22 Mod. 14/61 che dal 1991 sul Gianicolo, a Roma, spara il quotidiano colpo di cannone per indicare le ore dodici.

Il cannone del Gianicolo

L’Arma d’Artiglieria  da sempre ha un particolare legame con Torino, dove nacque il 20 luglio 1625, istituita  da Carlo Emanuele I Duca di Savoia. Il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria è più antico del mondo nel suo genere, ha sede nel recentemente ristrutturato Mastio della Cittadella di Torino , dove è allestita la mostra.

La rassegna si svolge sotto il Patrocinio di: Ministero della Difesa, Stato Maggiore Difesa, Stato Maggiore Esercito, Presidenza Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, Regione Piemonte, Città di Torino. Una mostra da non perdere, per avere una interessante lezione di storia Patria.

 

 

MOSTRA

1919 – L’ARTIGLIERIA ITALIANA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE Organici, prede belliche e riparazioni

Aperta al pubblico dal 19 al 29 febbraio 2010  – Ingresso libero –  orario 10 – 19

Museo Storico Nazionale d’Artiglieria

Mastio della Cittadella – Corso Galileo Ferraris 0 –  Torino

 

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.