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Carola Vai

Credo che solo un vaccino potrà liberarci dall’incubo del Covid-19”. E’ la convinzione di Maria Luisa Nitti, figlia del ricercatore scientifico Federico Nitti , nipote del Premio Nobel per la medicina 1957, il biochimico Daniel Bovet, infanzia all’Istituto Pasteur di Parigi, laurea in Scienze Statistiche e Demografiche  e poi anni di attività all’Unesco.

Carola Vai e Maria Luisa Nitti

I vaccini – ricorda Maria Luisa Nitti – hanno fatto scomparire il vaiolo, la rabbia, la poliomielite, e tanto altro; diminuito l’impatto della tubercolosi e altre gravi malattie. In Africa si aspetta con ansia il vaccino contro l’ebola. Essendo gravemente asmatica sono stata molto felice di avere potuto beneficiare del vaccino contro la polmonite e ogni anno di quello dell’influenza . Gli effetti secondari sono marginali. Grazie, in parte a loro, la mortalità infantile è calata e la vita media è molto aumentata”.

Che dire alle molte persone, persino alcuni esperti, che bocciano l’utilizzo di vaccini contro le malattie?

Il rifiuto a priori di un vaccino, che non c’é, mi sembra una vera follia. Queste reazioni sono per me incomprensibili. Per evitare una pandemia più del 60% della popolazione dovrebbe essere resistente al virus. Ora circa il 15% della popolazione lo è. Se arriva una seconda ondata del virus in autunno come è previsto dagli esperti, la mortalità potrebbe essere superiore alla precedente. Ricordiamo che la spagnola, negli anni 1920, soprattutto durante la sua ricaduta, causò più morti della seconda guerra mondiale (50 milioni di morti). Una bassa copertura della popolazione è dannosa per i più fragili e quelli che si non si possono vaccinare (malattie del sistema immunitario, cancerosi,…), ciò facilita e accelera la diffusione delle pandemie. Speriamo che il vaccino arrivi presto”.

Francesco Saverio Nitti

Il coronavirus pare aver insegnato la necessità di avere persone competenti ai vertici dei vari settori sociali, politicainclusa. Lei è nipote di Francesco Saverio Nitti, più volte ministro e poi Premier del Regno d’Italia nel 1919-1920, uomo che la storia dice essere stato un difensore dell’istruzione per tutti. Cosa risponde a chi ritiene la scarsa competenza tra i problemi che in Italia hanno complicato il modo di affrontare la guerra contro il dilagare della pandemia?

La scienziata Filomena Nitti con il marito Daniel Bovet,premio Nobel

“ Personalmente penso che il Premier Giuseppe Conte abbia affrontato questa calamità senza precedenti nel nostro Paese piuttosto bene. La Spagna dove sono ora confinata, la Francia, l’Inghilterra, gli Stati Uniti, … non hanno fatto meglio. Paesi nordici come Svezia, Austria e  Norvegia avendo meno di 10 milioni di abitanti, ossia meno della popolazione della Lombardia, hanno avuto una situazione meno complessa da gestire. Se la Germania ha ottenuto risultati migliori è stato perché la pandemia è arrivata con più ritardo. Il virus era già stato studiato, e ha potuto contare su infrastrutture sanitarie bene equipaggiate, gestite a livello regionale che hanno potuto reagire rapidamente. Rispetto alla Lombardia, la regione Veneto ha saputo chiudere in anticipo il carnevale di Venezia limitando i danni. Tra i problemi c’é poi stato la nostra dipendenza dalla Cina per il rifornimento di materiale sanitario, come per esempio le mascherine”.

Eppure i problemi sono stati moltissimi e con conseguenze tragiche per la vita di

Federico Nitti, ricercatore, padre di Maria Luisa Nitti

molte persone, e pure per l’economia.

Abbiamo imposto l’economia sulla sicurezza nazionale. Avere delocalizzato molte nostre industrie per il profitto degli azionisti è stato chiaramente un grave errore. Bisogna rilocalizzare almeno in Europa se si vuole ritrovare un minimo di autonomia per non rischiare di trovarsi in una situazione come questa in futuro. Il confinamento non ha permesso che il focolare del Nord  dilagasse su tutta la penisola, e questo è il successo del Governo attuale.

Le donne sono state le più penalizzate dal lockdown. Lei che nell’Unesco si è occupata per anni della situazione femminile in vari contesti, cosa ne pensa?

Le donne in tutte le culture essendo il perno della famiglia sono sempre le più penalizzate. Però devo dire, essendo ottantenne, che nel nostro paese c’è un leggero miglioramento perché nelle nuove generazioni, gli uomini ora fanno la spesa, cucinano, si occupano dei bambini e fanno vari lavori di casa. Alla mia epoca questo non era possibile e la situazione sarebbe stata peggiore. La condivisione dei lavori nelle copie, il rispetto tra i sessi è fondamentale. Ho vissuto molto in Francia e quando ci ritornai a lavorare nel 1968 fu quello che mi colpi di più. Gli uomini spingevano la carrozzella dei figli e facevano la spesa. I bambini di ogni sesso dovevano aiutare in casa”.

Maria Luisa Nitti con il busto del nonno Francesco Saverio Nitti

Le donne cosa dovrebbero fare per evitare di essere sacrificate ogni volta che si presentano gravi difficoltà sociali?

Le donne che sono al centro dell’educazione della famiglia devono formare i figli maschi e femmine nello stesso modo. Le madri tedesche, paese dove mio figlio lavora, sono molto brave in questo. La madre deve insegnare ai figli di ogni sesso ad essere rispettosi degli altri, ed autonomi. Gli aspetti pratici della vita che sono fondamentali per il nostro benessere quotidiano e finora tramandati dalle donne (considerato come una loro funzione naturale), dovranno da ora in poi essere svolti dai i due sessi. Pero ci dobbiamo domandare: una donna succube e senza diritti è in grado di insegnare alle figlie che hanno gli stessi diritti dei fratelli?”

Che opinione si è costruita durante la sua esperienza all’Unesco sul fatto che le donne in quasi tutto il mondo sono meno retribuite degli uomini anche a parità di preparazione professionale e culturale?

Vasta domanda, imporrebbe molto tempo. Gli uomini hanno fatto della nostra forza la nostra debolezza: ossia procreare. In fondo eravamo per loro una macchina per il rinnovo dell’umanità. Le donne nel passato e fine a poco tempo fa non potevano gestire le loro gravidanze. La mortalità infantile era elevata e perciò per proseguire la specie umana la donna doveva essere continuamente incinta. Non doveva andare a scuola ed imparare a leggere perché non le serviva. Per vari secoli non abbiamo avuto un’

Institut Pasteur, Parigi

“anima”. Siamo state considerate come “minore” senza il diritto di voto fino alla metà del secolo scorso. Avere un conto in banca è arrivato ancora dopo. La cultura maschilista ci ha calpestato in tutti i modi. Abbiamo cominciato a lavorare nelle fabbriche sostituendo gli uomini durante la prima guerra mondiale e cosi ci siamo accorte che non era molto difficile. Non abbiamo più voluto lasciare il lavoro. Potevamo avere accesso al denaro non essendo ricche, ma con il frutto del nostro lavoro. Questo fu la nostra prima grande vittoria. La società si rese conto dell’importanza della nostra educazione cosi siamo andate a scuola. Dopo poco tempo le donne erano le più brave nell’elementari, poi nel secondario e ora all’università. Il processo è lento e ci vorranno vari anni ancora per molte donne per sentirsi a livello dell’uomo. La seconda grande vittoria è la pillola che permette alla donna  di gestire le sue gravidanze. Le chiavi del rinnovo sociale, ossia istruzione, formazione e cultura sono ormai accessibili a tutti e gratis nei nostri paesi europei. Infatti grazie a loro siamo riusciti in meno di un secolo a raggiungere molti traguardi. Il mondo di oggi con la sua competizione sfrenata, spinge i dirigenti ad assumere il migliore, che sia uomo o donna. Recentemente il movimento Metoo, nel 2017 ha denunciato le violenze sessuale e le molestie sul posto di lavoro subito dalle donne. Frequente nelle grandi società ed uffici. All’UNESCO durante la mia gioventù mi è capitato varie volte ma ho potuto difendermi avendo un buon livello educativo e soprattutto conoscenze (avevano paura). Mi ricordo la storia di una povera segretaria il cui contratto non era stato rinnovato perché aveva rifiutato di andare a letto con il suo capo. Lo stupro è ormai punito dalla legge, anche quello coniugale. La donna ormai sta diventando pari all’uomo, e potendo procreare con la fecondazione artificiale ne potrà fare a meno se desidera. Fatto molto frequente nella cattolica Spagna. I divorzi sono aumentati quando la donna ha avuto i mezzi economici e sociali per essere libera. La visione femminile arricchisce la risoluzione dei problemi e incrementa il business. Le grandi multinazionali cominciano a capirlo. Perciò, penso che tra una ventina di anni gli stipendi delle donne saranno equivalenti a quelli degli uomini a parità di preparazione professionale e culturale. Spero che ci sarà soprattutto rispetto e collaborazione tra ambo i sessi per il bene della prole e che questo sarà alla base di una nuova solidarietà che non rispecchierà l’odio politico di questo periodo

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)