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Donatella D’Angelo

Sembra un argomento da addetti ai lavori,in realtà interessa tutti e spiego il perché .Quando camminate per strada ed inciampate ,per le strade dissestate, oppure il vostro Museo o Chiesa sono chiusi perché inagibili e vi chiedete sul come mai. Per non parlare di Ospedali ed una serie di edifici pubblici necessari per la vita di ognuno di noi  ,perché senza la loro agibilità tutto è più difficoltoso. Ci si chiede come mai e sovente, i progetti sono stati redatti anche approvati   ma si aspetta la gara d’appalto anche per importi modesti che a volte dura mesi e mesi.

Donatella D’Angelo

Ogni passaggio dalla progettazione comporta la firma di vari funzionari che ,timorosi anche di fronte a tutta una serie di passaggi più che corretti, tergiversano con l’alibi che una loro presa di responsabilità possa fa incorrere in procedimenti amministrativi per danno erariale.

Adesso non è più così o almeno se il Decreto semplificazioni verrà applicato,  sarà più grave e quindi sanzionabile il non fare che fare.

Mi spiego meglio: è meglio chi fa e falla (senza dolo)da  chi non fa e non falla, producendo in ogni caso un danno erariale ed un danno alla collettività . Danno erariale perché progettisti ed imprese ,mediante l’istituto della rivalsa ,possono chiedere il risarcimento.

Inoltre il non iniziare tempestivamente i lavori, in caso di edifici o strade disastrate, comporta che i manufatti si deteriorino sempre di più richiedendo maggiori fondi .

Si crea quindi un meccanismo perverso tra committenti pubblici, progettisti ,imprese e funzionari assediati questi ultimi dai vari soggetti che non vedono il risultato.

Auspichiamo quindi che questa rivoluzione epocale , comporti celerità, efficienza nella piena trasparenza.

Donatella D’Angelo

Ora la celerità con la quale si è conclusa un’opera imponente come il Ponte di Genova, è solo dovuta al fatto che siano state eluse pressoché tutte le  procedure previste dal Codice Appalti sia nella fase di progettazione che di costruzione, procedure gravate di una burocrazia asfissiante con ritardi e inadempienze inaccettabili.

Che il D. Lgs. 50/2016(il Codice Appalti), nelle sue innumerevoli modifiche ed integrazioni, sia farraginoso ed ogni integrazione lo peggiori è assodato, costringendo ogni progettista per opere di importo anche modesto a leggere e rileggere una decina di volte i bandi, di consultarsi con i RUP ,i funzionari preposti a seguire la pratica, porre quesiti alle amministrazioni, è consuetudine quotidiana. In pratica ci vogliano decine di giorni a interpretare carte e poi presentare l’offerta che in qualche caso è impegnativa e costosa come un progetto vero e proprio.

Opere pubbliche poi non sono solo ponti e strade ma Ospedali, Scuole, Musei ,Tribunali, Caserme e questi manufatti non sono meno importanti e strategici di un ponte, si aspetta che crollino prima di pensare ad intervenire con l’aggravante che si tratta quasi sempre di edifici storici vincolati.

Dalla prima segnalazione di fessurazioni o cedimenti, passano mesi per la richiesta di fondi basati su perizie redatte frettolosamente in modo approssimativo, la lentezza poi nell’indire le gare di progettazione farraginose, come si è detto per un ipotetico obiettivo di trasparenza, rende impossibile iniziare celermente i lavori.

Ora il nuovo Codice riconferma anche l’affidamento senza consultazione di altri operatori diretto al di sotto dei 40.000 euro e l’appalto integrato, più volte messo e tolto e qui occorrono due considerazioni.

Chi ha esperienza di progettazione di opere pubbliche sa benissimo che 4 mesi di elaborazione in studio, con l’ausilio non solo di collaboratori fissi, ma anche esterni quali ad esempio impiantisti, tenuto conto poi delle spese di trasferta per sopralluoghi a fronte della innumerevole quantità di elaborati che occorre produrre, porterà il professionista ad una sicura perdita economica.

Occorrerebbe elevare il tetto e soprattutto le Stazioni appaltanti dovrebbero costituire non solo generici elenchi per categorie, ma vere graduatorie di merito  a monte, sull’affidabilità del professionista sulla “reputazione d’impresa” , basate  sulla consegna nei tempi, sugli errori rilevanti riscontrati, sui tempi di approvazione, etc.

Si è partiti dal concetto sbagliato, del principio di colpevolezza o presunzione di dolo per progettazioni e lavori anche modesti senza gare per cui nell‘immaginario collettivo, più le gare sono aperte e complesse più è salvo il principio di trasparenza.

Donatella D’Angelo al collaudo lavori post Covid-19 all’ospedale Molinette (Torino).

Chi lavora nel settore sa che non è propriamente così, in gare in cui partecipano in gruppo diversi studi solo per raggiungere gli obiettivi di fatturato e cv e nelle relazioni metodologiche sulle quali vige il criterio di discrezionalità, sta tutta l’ipocrisia del metodo.

Tanto varrebbe innalzare la soglia per gli affidamenti diretti, fermo restando il principio non solo di un curriculum consolidato del singolo studio ma dell’affidabilità su tempi, metodo di lavoro, attestati positivi degli Enti di controllo e lasciando la piena responsabilità amministrativa ai RUP che dovranno in tempi celeri assolvere al loro compito invertendo la logica di chi non fa non fa falla.

Questa sarebbe la sacrosanta riforma nel Codice Appalti Capo II Articolo  15 che incentiva decidere ed attivare le procedure interessanti e ’il Capo II sulla  Responabilità :

La norma chiarisce che il dolo va riferito all’evento dannoso in chiave penalistica e non in chiave civilistica. Inoltre, fino al 31 luglio 2021, si limita la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica per l’azione di responsabilità al solo profilo del dolo per le azioni e non anche per le omissioni, in modo che i pubblici dipendenti abbiano maggiori rischi di incorrere in responsabilità in caso di non fare (omissioni e inerzie) rispetto al fare, dove la responsabilità viene limitata al dolo.

 

Architetto Donatella d’Angelo

Architetto, autore di oltre 50 progetti tra i quali 30 di immobili storici vincolati, autore e curatore di Mostre, Relatore in circa 50 conferenze Membro delle più importanti Commissioni Tecniche a livello nazionale, Presidente di Italia Nostra, Membro di Alta Vigilanza degli Uffizi, e di altre prestigiose Commissioni. Ha collaborato con la Gazzetta del Popolo, La Stampa ed attualmente con il Fatto Quotidiano. È stata oggetto di Tesi di Laurea da parte di laureandi Facoltà di Architettura di Firenze. Su di lei hanno scritto tra gli altri Guido Davico Bonino, Giovanni Arpino, Marco Travaglio; è stata ospite di RAI 3 e Sky TG 24. 

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)