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Dario Gedolaro

“Più dell’onor potè il risultato elettorale”. Parafrasando il sommo Dante, così si potrebbe definire l’ atteggiamento del Pd a trazione Enrico Letta nei confronti del M5S. Le elezioni amministrative incombono, lo spettro di sconfitte in importanti centri italiani (in primis Roma e Torino) anche.

Un breve excursus dimostra quanto il maggior partito della sinistra italiana si sia trasformato (una volta si parlava di “trasformismo”) nei giudizi su Beppe Grillo e i grillini. Siamo nel luglio del 2019 e Matteo Renzi in un’ intervista su La7 afferma perentorio: “Il Pd quali valori deve difendere con i Cinquestelle? Io non li vedo”. Poi si sa che favorì il ribaltone governativo dal governo gialloverde a quello giallorosso, per tornare infine alla posizione iniziale. Ma andiamo avanti. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nel corso della Convenzione nazionale del partito sempre un paio di anni fa, dichiarò: “Io lo dico davanti a tutti e lo dirò per sempre. Mi sono persino stancato e lo trovo umiliante. Mi sono persino stancato di dire che non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i Cinquestelle. Li ho sconfitti due volte e non governo con loro”. Salvo poi correre anche lui ad appoggiarli, ma con la scusante: se si va a votare vincerebbe Matteo Salvini.

Dunque, il criterio era: facciamo di necessità virtù. E infatti non è stato proprio amore a prima vista: in seno al governo giallorosso i mal di pancia non sono mancati. Oggi il tono è notevolmente cambiato. Letta – che in tutte le dichiarazioni pare quasi volersi accreditare come super progressista presso l’ ala sinistra del suo partito (l’ uscita sul voto ai sedicenni, i continui attacchi a Salvini, in fondo suo alleato di governo) – getta le basi per un’ alleanza organica in vista delle amministrative. Incontra Conte e alla fine afferma: “Un primo faccia a faccia, molto positivo”. Ancora più esplicito il suo interlocutore: “Si apre un cantiere, dobbiamo lavorare per creare la giusta sinergia e nel nuovo M5S il Pd sarà sicuramente un interlocutore privilegiato”. Non più “ci sopportiamo”, ma “ci supportiamo”.

Campidoglio – Roma

Quanta acqua è passata sotto i ponti anche sul fronte M5S. Basta andarsi a rileggere certe “eleganti” affermazioni di Grillo quando nel 2014 scoppiò lo scandalo Mose di Venezia, che coinvolse il sindaco Orsoni del Pd: “Il meccanismo con cui questo sistema delinquenziale legalizzato si regge è ormai semplice per chi vuole capirlo. Grande Opera Inutile, cifre gonfiate, emergenze costruite ad arte per evitare i controlli, appalti agli amici, tangenti a persone “vicine” ai partiti, l’immortale Greganti docet, e via mazzettando per miliardi di euro che finiscono sui conti pubblici tagliando lo sviluppo del Paese”. E aggiungeva rivolto all’ allora Presidente del Consiglio Renzi: “Di che cosa parliamo? Di nuovi strumenti da mettere a disposizione della magistratura resa (quasi) innocua da decine di leggi fatte dal partito unico PD/Forza Italia in vent’anni? O forse allude agli inquisiti candidati nel suo partito alle europee?”. E che dire dell’ ultima presa in giro di Grillo che ha proposto provocatoriamente al Pd: “Se mi invitate, vengo, faccio il segretario ‘elevato’ del Pd per un anno”.

Comunque, per Letta non sarà una passeggiata far digerire la nuova strategia elettorale di alleanza al primo turno alle amministrative col M5S. A Roma c’ è l’ ostacolo della ricandidatura di Virginia Raggi, criticata e attaccata dal Pd romano, e a Torino c’ è l’ analoga ostilità da parte di gran parte del Pd locale, sempre sulle barricate contro la maggioranza cinquestelle che ha governato in questi anni la città con il sindaco Chiara Appendino.

Ma, alleanza alle amministrative a parte, il povero Letta si è infilato in una bella impresa: allearsi con il M5S di Conte senza far precipitare il consenso al Pd (tutti i sondaggi parlano di un travaso di voti proprio verso Conte).

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)