Il più onesto è stato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che aveva promosso il referendum: “Non è una vittoria, il nostro obiettivo non l’abbiamo assolutamente raggiunto”. I suoi “imitatori” o seguaci (Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli) hanno invece esercitato lo sport preferito dai politici italiani: arrampicarsi sugli specchi. E così sono venute fuori considerazioni ridicole, come quella di Elly Schlein che parla di “14 milioni di votanti più che per Meloni”. Il Post la definisce “conclusione spericolata” o anche “spiegazioni deboli e contorte”. Anche perché la considerazione non corrisponde al vero.