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Carola Vai

La moda è cultura, è business, è diplomazia. Sempre più donne ai vertici della politica, o first lady, sono consapevoli di rafforzare o indebolire con il loro abbigliamento, che mai può essere casuale, il ruolo di un settore produttivo e di immagine importante per ogni nazione. Logico parlare di moda attraverso gli abiti indossati dai potenti del Pianeta in occasione del G7 tenuto a Borgo Egnazia, in Puglia, quando, come ha sottolineato la Premier Giorgia Melonil’Italia è stata al centro del mondo e gli occhi del mondo sono stati puntati sull’Italia”.

Giorgia Meloni (Foto PCM)

Dunque durante tutto l’evento Giorgia Meloni ha dato spazio al Made in Italy pure con i suoi abiti. Senza tradire quello che è diventato il suo stile: completi eleganti fatti di giacche lunghe su pantaloni larghi, colori tranquillizzanti in linea con il luminoso biondo dei suoi capelli. Look informale invece per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen con giacche corte in vita e pantaloni stretti. Unica eccezione per le due principali signore del G7: l’abito lungo e raffinato, benché sobrio, per la serata di gala.

Giorgia Meloni, decisa a difendere la manifattura italiana, per il G7 ha scelto brand che garantiscono prodotti realizzati completamente nel nostro Paese, prediligendo però marchi territoriali, meno famosi di nomi internazionali, però in grado di valorizzare l’indotto. Curiosamente Meloni e von der Leyen hanno preferito note cromatiche in molti momenti quasi simili fra loro. Poiché non è immaginabile che si siano consultate precedentemente, viene il dubbio che la scelta sia stata originata da un’analoga convinzione sul ruolo e sull’influenza dei colori pure nei rapporti politici. Così Giorgia Meloni ha ricevuto i Capi di Stato e i Capi di governo ospiti a Borgo Egnazia in tailleur rosa cipria con giacca a un solo bottone e tre sulle maniche, sottogiacca di un rosa un poco più scuro, pantalone palazzo, décolletées con tacco alto. Un completo a firma dell’azienda D. Exterior, di San Zeno Naviglio, nel Bresciano; scarpe invece della  marchigiana Loriblu; due aziende nate mezzo secolo fa, molto artigianali, ma conosciute anche all’estero.

Sergio Mattarella, la figlia Laura e Giorgia Meloni (Foto PCM)

Appuntata sulla giacca della Premier una spilla con il simbolo del G7 italiano: un ulivo, omaggio alla Puglia e al Mediterraneo, con sette diramazioni quante sono le potenze che costituiscono il blocco.

Color rosa pastello anche la giacchina indossata la prima giornata da Ursula von der Leyen, ma in maglia, abbinata a pantaloni grigi e T-shirt bianca. Scarpe decolté modello vintage dal tacco medio.

Nessuna particolare originalità nemmeno per la cena di gala al Castello Svevo di Brindisi dove le signore si sono presentate in abiti lunghi, a tre quarti, pizzi, trasparenze, ‘rete’ e ricami floreali, ma senza sfarzo. “Outfit” non molto diversi tra loro, a volte addirittura monotoni. Fatta eccezione per Giorgia Meloni e la presidente della Commissione Europea che si sono mostrate in un elegante abito lungo, diverso nel modello, ma identico nel colore: blu notte. La premier con un originale vestito in rete dalle maglie larghe e voile; von der Leyen con un modello più tradizionale, stretto in vita con cintura in seta lucida, poi gonna larga e maniche impreziosite da ricami floreali in pizzo. Il blu istituzionale è stato anche il colore di Yuko Kishida, la moglie del primo ministro giapponese, Fumio Kishida, con un vestito semplice dotato di colletto alla coreana, cintura di paillettes, borsa in raso, ma scarpa nera; e  Britta Ernst moglie del cancelliere tedesco Scholz con un abito che ha lasciato le spalle scoperte, lungo spacco, corpetto stretto in vita da una cintura argento come le scarpe e la borsa.
Nero totale, eccezion fatta per la décolleté color crema, per Amelie Derbaudrenghien, moglie del presidente del Consiglio Europeo, fasciata in un micro blazer in paillettes su pantalone a sigaretta in cady di seta, borsetta argento e scarpe color nude.
Abbigliamento estremamente sobrio per la figlia del Presidente della Repubblica, Laura Mattarella, con un pantalone palazzo bianco e un top nero con giacchina valorizzata da eleganti inserti in pizzo.

Giorgia Meloni (Foto PCM)

Per il secondo giorno Giorgia Meloni ha indossato ancora un completo dai colori tenui: giacca glicine su pantaloni larghi e top con disegni chiaro scuri e scarpe tono su tono, appuntite con tacco a virgola, ancora Loriblu . Sulla giacca sempre la spilla con il simbolo del G7 italiano.

Tra gli uomini l’unico che ha osato un abbigliamento insolito alla cena nel Castello Svevo di Brindisi è stato Justin Trudeau, primo ministro del Canada, (il G7 del 2025 si terrà in Canada) che si è presentato con un abito azzurro foncé, e le calze bicolore, mentre tutti gli altri capi di Stato erano in rigoroso blue notte o noir.

Unico tentativo di distinguersi tra gli uomini il colore della cravatta. Azzurra per il presidente americano Joe Biden, rossa per il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak e il primo ministro del Giappone Fumio Kishida, nera per Jean Michel e il presidente francese Macron. Invece segno distintivo per il presidente della Banca Mondiale, l’indiano Ajay Banga, un elegante copricapo, come del resto quello indossato anche da Mohammed bin Zayed, presidente degli Emirati Arabi Uniti. In divisa verde militare, come sempre, Volodymyr Zelensky che dallo scoppio della guerra appare ormai il suo look.

“Eleganza formale e compassata” hanno detto alcuni osservatori del G7. Formalismo a parte, o volontà dei Potenti del mondo di manifestare una certa sintonia in un periodo dove soffiano pericolosi venti di guerra, Giorgia Meloni si è detta nel suo complesso “onorata” per lei e l’Italia presiedere il G7, concludendo che “si è trattato senza timore di smentita di un successo”. Certamente dal punto di vista di immagine per l’Italia è stato un evento con effetti positivi su molti settori, a cominciare dal turismo. Per quanto riguarda i risultati dei rapporti tra i Potenti non resta che attendere gli sviluppi.

Il G7 a fine ricevimento di gala (Foto PCM)

http://www.viavaiblog.it/labito-delle-donne-in-politica-e-un-mezzo-di-comunicazione/

 

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)