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 Carola Vai  

Tra donne e uomini che fanno politica ci sono enormi differenze. Ma ce n’è una che pur complicando la vita delle prime e agevolando quella dei secondi, si sta trasformando in una potente arma di comunicazione del pianeta femminile. E’ l’abbigliamento. E’ quanto si può scoprire dal confronto di quattro protagoniste del mondo di oggi : Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima Presidente del Senato italiano, dotata di charme, sobrietà, eleganza senza tempo; la Cancelliera Angela Merkel, in pubblico tanto austera da essere senza rivali in Europa; la Premier britannica, Theresa May, appassionata di moda con uno stile tra Margaret Thatcher e la modella Kate Moss;  l’ex first lady poi candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton , che pur volendo ignorare gli abiti è stata costretta ad occuparsene.

Dunque il celebre aforisma di Coco Chanel “la moda passa, lo stile resta” è più che mai vivo . Una conferma, non è dato sapere quanto consapevolmente, arriva dal modo di vestire di Maria Elisabetta Alberti Casellati, avvocato di successo, 72 anni, una lunga carriera parlamentare (è alla sesta legislatura).  Sposata, due figli, un nipote, ha fama di essere tenace, dura, facile al sorriso, ma non al perdono e ancora meno alle facile scuse. Autorevole e discreta è attenta ai dettagli anche  nell’abbigliamento caratterizzato da una lunga serie di completi blu in tutte le fogge e nuance, perfetti e di ottima fattura, spesso su misura. Completi che non seguono la moda, e si direbbe adatti a tutti i tempi. Abiti che paiono voler infondere tranquillità e sicurezza agli osservatori, come dire al mondo che gli italiani sono il popolo  dell’eleganza, della varietà , ma pure della tranquillità. Completi pantaloni con giacche vivacizzate da raffinati bottoni come quello indossato per il discorso di insediamento sia a Palazzo Madama  che al Quirinale. Una scelta precisa per parlare non solo in chiave politica, bensì pure agli italiani, e oltre frontiera, considerato che le immagini sarebbero state diffuse ovunque dai mass media e dai social. Del resto il tailleur resiste da decenni a tutte le stagioni e a tutte le mode. L’inquilina numero uno del Senato predilige sobrietà e raffinatezza pure per i monili, in realtà autentici gioielli, soprattutto gli orecchini spesso pendenti in oro, diamanti o di alta bigiotteria. La prima donna nella storia della Repubblica a presiedere il Senato ricalca  ciò che ogni signora della buona società italiana ama essere: elegante, femminile, mai volgare o eccessiva. E pazienza se fra le molte figure femminili da tempo presenti tra le deputate o tra le senatrici ce ne sono che non disdegnano scarpe zeppate, colori sgargianti, gonne o troppo lunghe o troppo corte, zainetti, monili più fanciulleschi  che signorili. A Elisabetta Alberti Casellati piace esibire raffinatezza ed equilibrio, quasi a dire che l’eleganza è il contrario della volgarità e non della povertà.

Austera, ripetitiva, persino teutonica Angela Merkel nelle sue giacche sempre uguali, prive di fronzoli, diverse solo nei colori e in qualche impercettibile lavorazione delle maniche, delle asole, dei bottoni. Merkel, 65 anni, laureata in chimica fisica, eletta Cancelliera il 22 novembre 2005, divorziata e risposata dal 1998 con Joachin Sauer, senza figli, ha annunciato di ritirarsi nel 2021. In tanti anni di governo che l’hanno resa la donna più potente del mondo, di certo dell’Europa, non ha mai criticato il suo partito per la quasi assenza di donne. Solo ultimamente pare aver dichiarato, durante una tavola rotonda, che auspicava l’arrivo di qualche donna. In merito il suo abbigliamento spesso al centro di elogi e critiche, in un’intervista al settimanale Die Zeit ha osservato: “se un uomo indossa sempre l’abito grigio nessuno dice niente, ma se io metto quattro volte la stessa giacca, arrivano le critiche dei cittadini”. In realtà nel 2014 è stata sorpresa a riciclare per il festival di Salisburgo una tunica colorata acquistata in California 18 anni prima e indossata ripetutamente in precedenza a cominciare dal 1996 a Bayreuth, come hanno ricordato fotografie scattate da reporter mondiali. Angela Merkel che si compra gli abiti quasi sempre da sola, nel tempo ha cambiato la pettinatura e un poco i lineamenti, ma quasi mai l’abbigliamento informale, ravvivato a volte da collane girocollo, quasi sempre le stesse, mai orecchini o spille. Una forma di vestire severa, modesta e rispettosa delle varie crisi economiche che hanno complicato la vita dei tedeschi e di quasi tutta l’Europa, ma pure non troppo lontana dal maschilismo del suo partito che ha sempre escluso le donne

Totalmente diversa Theresa May, appassionata di moda,  un guardaroba curioso e variopinto. Al Primo Ministro britannico piacciono le scarpe animalier , borchie, stampe, monili vistosi in una mescolanza di buon gusto, originalità, leggerezza. Sposata con  Philip May, senza figli, Theresa May, 62 anni, nell’abbigliamento non si fa condizionare né dall’età anagrafica, né dalle visite di Stato e dalle varie situazioni ufficiali, quasi a mostrare che nulla modifica le sue scelte. E in un certo senso sembrerebbero confermarlo le sue decisioni in merito la Brexit. L’attuale inquilina del numero 10 di Dowing Street indossa vestiti e accessori come mai si è usato negli ambienti politici e qualche volta pare più simile a una fashion blogger over 50 che ad una politica di mestiere. Usa tailleur, ma li vivacizza con accessori originali e moderni; abiti aderenti; gonne sopra il ginocchio; fiocchi, stampe floreali. Calza persino stivali alti, ma sempre mostrando eleganza e persino raffinatezza. Un abbigliamento sempre al centro dell’attenzione e qualche volte delle critiche come quando si recò alla Casa Bianca ricevuta per la prima volta dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump indossando lo stesso completo rosso acceso, quasi arancione, che aveva usato per incontrare poche settimane prima il presidente Barack Obama. Due sole variazione: le scarpe, rosso fuoco nel caso di Trump, opache e multicolore per il vertice con Obama e un foulard al posto della spilla. Scelta casuale? Scelta voluta per dire che non avrebbe cambiato le sue maggiori linee di comportamento con i due Presidenti? Tanti commenti, nessuna risposta.

Abbigliamento più che mai adeguato alla necessità di comunicare quello usato da Hillary Clinton nella sua ultima campagna elettorale che comunque l’ha vista sconfitta nella sfida con Trump. L’ex first lady, 72 anni, sposata, una figlia, quando si era battuta contro Obama non aveva prestato attenzione alla sua immagine, presentandosi come una donna che non si cura di frivolezze come i vestiti. Dunque completi dal taglio maschile anche se dai colori sgargianti e per la sera abiti total black, un guardaroba che rivelava una donna forte, determinata, sicura di se stessa, ma dall’immagine poco gradita, fatto che secondo molti osservatori contribuì alla sua sconfitta. Alla sua seconda corsa alla Casa Bianca si è affidata a esperti curando ogni dettaglio pur puntando sul “minimal” considerato negli Stati Uniti, alle prese con gravi crisi economiche, il punto di forza delle donne in politica. Scelta che la rese più gradita agli elettori anche se non bastò a farle conquistare la Casa Bianca.

Insomma il look delle donne di potere in politica è un autentico strumento di comunicazione e le differenze di stile e personalità, pettinature comprese, riescono a determinare o meno il successo e il gradimento non solo tra gli elettori, ma pure di un Paese.  Compito, e dunque una fatica in più, richiesto sempre alle donne, ben raramente agli uomini. Ma pure un’opportunità femminile se attentamente usata.

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)