Search

Blog

Carola Vai

Storia, arte, eleganza, modernità. Sono le caratteristiche del Bettoja hotel Mediterraneo, affacciato su via Cavour, a pochi metri dalla stazione Termini, nel cuore di Roma. Da anni sono cliente della struttura ed ogni volta, appena entrata nel salone di ingresso, ho la piacevole sensazione di fare un tuffo negli Anni ’30. L’albergo è un’opera d’arte totale, tutto concepito e realizzato in stile Art Deco’, firmato dall’architetto Mario Loreti, e proprietà, insieme agli altri due hotels della zona, ossia il Massimo D’Azeglio e l’Atlantico, della famiglia Bettoja oggi arrivata alla quinta generazione, come mi ricorda il presidente, Maurizio Bettoja. Il palazzo vincolato dai Beni Culturali da novembre 2019 è stato spesso scelto da registi di tutto il mondo come set dei loro film. 

Dario Gedolaro

Man mano che passano i giorni sembrano definirsi sempre meglio i contorni dell’“Uragano Trump”.  Appariva uno che le “sparava grosse”, troppo grosse per essere vere e invece fa mosse spiazzanti, dice cose provocatorie, non convenzionali. E va avanti per la sua strada (almeno per ora). I suoi inviati alla Conferenza di Monaco hanno sconcertato gli Stati dell’Unione Europea. Ha iniziato il vicepresidente Usa, J.D. Vance: “Vance – scrive Nicola Porro sul suo blog - ha pronunciato un discorso sui “valori condivisi”. Sostenendo che è l’Europa che si sta allontanando dai valori condivisi, non gli Stati Uniti dell’odiato Donald Trump”.

Carola Vai

Passato e presente magnificamente amalgamati, ma guardando al futuro. E pur partendo da radici culturali piemontesi il programma offre i risultati di più continenti. E’ il cartellone del XXXVII Salone Internazionale del libro di Torino, al Lingotto Fiere dal 15 al 19maggio 2025, diretto per la seconda volta da Annalena Benini. Tema: “Le parole tra noi leggere” dal titolo del romanzo della scrittrice cuneese Lalla Romano, Premio Strega del 1969, basato sul rapporto spesso conflittuale tra madre e figlio, e che a sua volta si era ispirata ad un verso del genovese Eugenio Montale, tra i massimi poeti italiani del Novecento, senatore a vita dal 1967 e Premio Nobel per la letteratura 1975.

Dario Gedolaro

Finalmente qualcosa si muove per cercare di rimediare alle inefficienze del Servizio Sanitario Nazionale, che pure – diciamolo subito – ha molte benemerenze. Torna d’attualità l’annosa questione dei 37 mila medici (e quasi 7 mila pediatri) di famiglia, detti anche di base o di medicina generale. Il governo ha allo studio un provvedimento per farli diventare dipendenti del SSN. Lo rivela il Corriere della Sera, che cita un progetto del ministro alla Salute, Orazio Schillaci. Forse è la volta buona, ma se ne discute già da qualche anno.

Viola Cora

La Casa Bianca per la terza volta nella sua storia ha un inquilino senza animali domestici. Donald Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d’America dal 20 gennaio 2025, come già aveva fatto nel primo mandato, non ha infatti introdotto nella famosa residenza né gatti, né cani. Solo Andrew Johnson, alla guida del Paese a stelle strisce dal 15 aprile 1865, il giorno dopo l’assassinio di Abramo Lincoln (il primo a portare i gatti alla Casa Bianca), si comportò allo stesso modo. Tutti i Presidenti hanno infatti sempre “rappresentato” i milioni di americani che posseggono almeno un animale domestico.

Dario Gedolaro

In questi giorni in cui si ricorda la tragedia dell’Olocausto non è storicamente sbagliato riflettere se e quali furono le differenze in tema di antisemitismo fra la Germania nazista e l’Italia fascista. Perché non bisogna fare di ogni erba un fascio, soprattutto quando si tirano in ballo le responsabilità di un popolo. Non è per autoassolversi, perché di responsabilità ve ne furono, ma sicuramente non ci fu quella complicità o acquiescenza corale di cui si macchiò il popolo tedesco.

Pier Carlo Sommo

Il 25 gennaio 2025 ricorrono 121 anni dal disastroso incendio della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 gennaio 1904.  Il grande rogo non provocò vittime ma distrusse completamente cinque sale della biblioteca e una parte ingente del suo patrimonio, circa 25 000 volumi e 1500 manoscritti. Le cause non furono mai appurate del tutto. Il tragico evento ebbe una vasta eco a livello internazionale e vi fu una gara di donazioni librarie nei confronti della biblioteca da parte di soggetti ed enti pubblici e privati, sia italiani che stranieri.

Dario Gedolaro

 Torna di attualità in Parlamento e sui mass media la separazione delle carriere dei magistrati: una corsia per i pubblici ministeri, l’altra per i giudici. Ed è un gran rimbombare di polemiche. La maggioranza dei magistrati è contraria, la maggioranza dei politici (il centro destra più i renziani) favorevole. Chi contrasta questa riforma agita lo spettro di pubblici ministeri al servizio della politica, cioè sotto il controllo del ministro della Giustizia (non si sa però sulla base di quale progetto di legge, visto che quello attualmente in discussione non lo prevede). Chi invece sostiene la separazione delle carriere pensa che essa favorirebbe giudizi più equi da parte dei Tribunali, meno condizionati da rapporti di “colleganza” e quindi di contiguità con i pubblici ministeri. Chi ha fatto esperienza di cronaca giudiziaria sa che il problema non è del tutto campato in aria. In alcuni casi, soprattutto in passato, è valso il criterio del “cane non morde cane”. Negli ultimi tempi sembra che – proprio da quando pende la spada di Damocle della separazione delle carriere – le Corti dimostrino più indipendenza di giudizio dai loro colleghi pubblici ministeri.

Carola Vai

E’ il monumento equestre più fotografato d’Italia dai turisti. Torino lo sa bene, tanto da considerarlo un emblema civico, forse storicamente più celebre della Mole Antonelliana.E’ il “cavallo di bronzo”, detto “Caval’d brons”, svettante nella centralissima piazza San Carlo e dedicato al duca Emanuele Filiberto di Savoia autore, nel 1563, del trasferimento della capitale del ducato da Chambery a Torino indicando in questo modo “italiani” gli interessi della dinastia.

Dario Gedolaro

Esiste, dunque, un giudice a Berlino”.  Ci scuserà Bertolt Brecht se prendiamo a prestito la frase di una sua opera famosa (in cui si narra la storia di un mugnaio che lotta tenacemente contro l’imperatore per vedere riparato un abuso e trova alla fine giustizia grazie a un magistrato onesto) a proposito di due sentenze di proscioglimento di due esponenti politici di primo piano che, guarda il destino, non solo hanno lo stesso nome, Matteo Renzi e Matteo Salvini, ma erano finiti nei guai per vicende in cui compariva la stessa parola: Open.