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Ineffabile Enrico Letta. Dopo le elezioni-disastro per il M5S, la sua prima dichiarazione è: “Andiamo avanti col campo largo con il M5S e tiriamo dentro anche Calenda e Renzi”. Frase che lascia stupefatti, visto che Calenda e Renzi, ringalluzziti dal discreto risultato colto alle ultime amministrative (anche grazie a furbi apparentamenti con liste civiche), hanno ribadito all’unisono: “Con il M5S mai. Piuttosto Letta faccia una scelta di campo, molli i grillini e venga con il centro riformista”.

Enrico Letta

Quindi la dichiarazione di Letta o è una fesseria pura e semplice o una provocazione nei confronti dell’odiato duo centrista, in particolare dell’ex amico Matteo che gli disse: “Stai sereno” e dopo pochi giorni fece cadere il suo governo. Intanto, sfodera ottimismo di fronte agli ultimi risultati elettorali: serve per “gasare” le tue truppe, ma la realtà è ben diversa e più problematica. Innanzi tutto, continua a calare la partecipazione al voto, fenomeno che dovrebbe preoccupare i veri “democratici”, perché l’indifferenza al voto può essere l’ anticamera di derive autoritarie. Ma evidentemente Letta non guarda al di là del proprio naso e pensa: “Meno italiani votano e più vinco ai ballottaggi”. C’ è il precedente clamoroso del collegio di Roma Centro, dove è stato eletto il candidato del centro sinistra con una partecipazione al voto dell’11%!  Inoltre, non si può paragonare la vittoria a Lodi, portata via al centro destra, con la sconfitta in una città importante come Palermo. E’ pura propaganda. La verità, allo stato attuale dei fatti (le elezioni politiche sono ancora abbastanza lontane e le cose potrebbero in parte cambiare), è che il centro destra – come ha scritto anche La Stampa –  “è largamente in testa dopo il primo turno delle comunali 2022 per quanto riguarda i capoluoghi di provincia”. La realtà è stata fotografata dall’ultimo sondaggio presentato a Porta a Porta da Vespa, subito dopo le ultime amministrative,. Ebbene, il Pd è fermo a un modesto 20% o poco più . Il potenziale alleato MS5 cala ancora e si attesta intorno al 10%, l’area centrista, Calenda/Più Europa, Renzi, Noi per l’ Italia, è dietro ormai di pochissimo. Ma la cosa più grave per Letta è che, trascinato dal consenso sempre maggiore che raccoglie FdI (secondo il sondaggio primo partito col 22-23%), il centro destra con i vari “cespugli” sfiora il 50% e il “campo largo”, più largo possibile del centro sinistra (che come si è detto, assai improbabile) è distaccato di circa 10 punti percentuali.

Inutile rallegrarsi per il brutto risultato della Lega di Salvini (in politica certe fesserie come l’alleanza con Grillo alla fine si pagano), si tratta di voti che – e lo si è visto anche alle ultime elezioni – rimangono quasi sempre nel perimetro del centro-destra.

Antonio Tajani

D’ altronde, Letta dovrebbe interrogarsi sulla deriva cui ha portato il Pd. C’è una qualche verità in quello che ha affermato Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia e vicepresidente del Ppe, a proposito del voto al Parlamento Europeo sul motore elettrico, che dovrebbe sostituire completamente quelli termici dal 2035: “I lavoratori del settore dell’auto hanno ricevuto un colpo mortale dal voto del Partito democratico e della sinistra al Parlamento Europeo. Il Pd si è dimenticato di dover sostenere i lavoratori e persegue un ambientalismo ideologizzato che non porta da nessuna parte”. Fra l’altro, si sa benissimo che anche il motore elettrico porta con sé alcune problematiche di carattere ambientale. Lo Swedish Environmental Research Institute di Stoccolma in un suo studio mette in rilievo come la produzione di batterie di ioni di litio genera l’immissione in atmosfera di grandi quantità di CO2 (diretta ed equivalente): dai 150 ai 200 kg per ogni kWh di potenza. Ma non solo, ci sarà il problema dello smaltimento, visto che le batterie tendono a degradarsi intorno ai 7 anni di vita e poi non risultano più adatte a essere riutilizzate come propulsori per i veicoli elettrici. Infine Letta dovrebbe sapere che il 70-80% delle batterie viene prodotto in Asia e in grande maggioranza in Cina, la cui aggressività economico/politica a livello planetario  fa già paura.

Insomma, il Pd di Letta è sempre più un Partito Radicale di massa, che insegue l’ecologismo duro e puro, la trasformazione dei desideri in diritti senza mai porsi il senso del limite (come stigmatizza Calenda nel suo ultimo libro), che si mostra poco attento ai problemi concreti e veri della stragrande maggioranza delle persone. Ma il buon Enrico stia attento, quando si è buttato a capofitto nella battaglia in difesa del DDL Zan una buona parte dei suoi lo ha mollato.

 

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.