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Carola Vai

(Italiaunicaqui) – Spettacolare. Così si può definire il campanile del Duomo di Messina, l’attrattiva più famosa della città siciliana. Un’opera assolutamente da vedere. Del resto il campanile, alto 60 metri, custodisce il più grande orologio teatrante ed astronomico del mondo che ogni giorno, alle ore 12, richiama osservatori e turisti desiderosi di vedere il carosello delle figure dorate sulle note dell’Ave Maria di Schubert. Uno spettacolo di 12 minuti. Ma il campanile ospita anche 8 campane enormi impegnate nelle giornate festive in emozionanti concerti detti “suonate”.

Il Campanile e il Duomo di Messina

Tuttavia è lo spettacolo creato dall’orologio meccanico ad affascinare grandi e piccini di ogni lingua e provenienza. A volere sia il Campanile che lo straordinario orologio fu l’arcivescovo Angelo Paino desideroso – dopo il tragico terremoto del 1908 che causò 80.000 morti a Messina e 40.00 in Calabria – di far avere alla cattedrale un’imponente torre campanaria come esisteva molti secoli prima. L’originale torre normanna gravemente danneggiata dal terremoto del 1783, abbattuta del tutto nel 1863, con i suoi 90 metri di altezza era molto più imponente dell’attuale costruita su progetto dell’architetto Francesco Valenti. Ma Monsignor Paino nel 1930 immaginò qualcosa di memorabile per raffigurare la storia civile e religiosa di Messina. Così diede mandato ad un suo collaboratore, Monsignor Luigi Bensaja, di elaborare un progetto con un orologio astronomico meccanico. Questi, conoscendo l’orologio della cattedrale di Strasburgo, incaricò la ditta Ungerer che in tre anni realizzò l’opera.

Le figure del meccanismo

Il 13 agosto 1933 l’orologio più spettacolare d’Italia, e il più grande del mondo, venne inaugurato davanti ad un folto pubblico. In 89 anni di attività l’orologio non è mai stato fermo anche se ha richiesto interventi di manutenzione destinati a modificare un poco il movimento delle statue presenti. Attualmente si può ammirare molto bene lo spettacolo stando nella piazza, davanti al campanile. In alto si vede il ciclo lunare, al centro il sistema solare e le costellazioni dello zodiaco, infine il calendario con i giorni del mese, i mesi dell’anno, l’anno solare e le festività liturgiche, mentre le figure delle eroine Dina e Clarenza scandiscono le ore e i quarti suonando rispettivamente una la campana di sinistra (datata 1590, la più antica del campanile), l’altra quella di destra, datata 1679. La scena è in ricordo dell’eroico contributo delle due donne, Dina e Clarenza, durante i Vespri Siciliani, la ribellione scoppiata nel 1282, che permise di salvare Messina dall’invasione degli Angioini.

Figure del meccanismo

Lo spettacolo inizia con il gigantesco leone rampante, (è alto quattro metri) posto sotto il quadrante dell’orologio, che agita la coda, muove la bandiera di Messina, ruota la testa e ruggisce tre volte in modo impressionante. Segue il gallo alto 2,20 metri, che stende il collo, apre le ali, e canta tre volte quasi a “svegliare” gli spettatori. A questo punto inizia la musica dell’Ave Maria di Schubert. E subito compare una colomba dorata in volo a rievocare la nascita del Santuario di Montalto sul Colle della Caperrina in seguito alla guerra del Vespro. E’poi il turno di una scena liturgica ogni volta diversa a seconda delle festività in corso (Adorazione dei Pastori, Adorazione dei Re Magi, Resurrezione, Pentecoste). Infine, l’evento più importante nella storia religiosa di Messina: San Paolo e gli ambasciatori messinesi che sfilano davanti alla Madonna della Lettera, patrona della città.

Le campane

Un complesso di 54 figure giganti in movimento e distribuite in sette scene sovrapposte visibili dal lato frontale alla piazza. Ogni scena è montata su caroselli di 5 metri. A far funzionare il tutto è un sistema meccanico di ruote dentate osservabile quando si sale all’interno del campanile. Il carosello dei giorni della settimana è rappresentato da una divinità pagana portata in trionfo da un carro trainato ogni giorno da un animale diverso che cambia a mezzanotte seguendo un preciso ordine: alla domenica il carro è guidato da Apollo e trainato da un cavallo ; lunedì è condotto da Diana e tirato un cervo ; martedì diretto da Marte è ancora trascinato da un cavallo; mercoledì a guidare è Mercurio tirato da una pantera; Giovedì con Giove alla guida e una chimera a tirare; venerdì a guidare il carro è Venere tirato da una colomba. Infine sabato è guidato da Saturno e trainato ancora da una chimera. Il carosello delle età è costituito da quattro statue a grandezza naturale che raffigurano le quattro fasi della vita: l’infanzia con un bambino, la giovinezza con un giovane, la maturità con un guerriero, la vecchiaia con un vecchio. A ogni ora la figura della morte, rappresentata da uno scheletro, scandisce con la sua falce il corso della vita. A comandare il carosello in questo caso è la suoneria delle ore. Questa fa muovere la morte che solleva la falce battendo i colpi corrispondenti alle ore. Insomma un campanile con un orologio speciale, molto complesso, ma molto affascinante.

Carola Vai, panorama dal campanile

Per scoprire meglio i vari segreti della torre è possibile salire dall’interno verso la punta attraverso una scala abbastanza facile da percorrere dopo aver acquistato il biglietto. Oltre vedere il misterioso meccanismo che fa vivere l’orologio astronomico, le varie figure in bronzo dorato, leve e contrappesi, e le enormi campane, arrivati in punta si può ammirare il panorama su tutta la città e lo Stretto di Messina.

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)