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Author Archives: Pier Carlo Sommo

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.  

 Pier Carlo Sommo

Una notizia di buon auspicio per tutti gli amanti della montagna ha riaperto a Courmayeur (AO) la funivia  Skyway Monte Bianco a ferma da mesi. Il ritorno del pubblico sulla grande funivia fa così da apripista al riavvio ufficiale degli impianti sciistici previsto per il 15 febbraio.  La prima partenza giornaliera di Skyway Monte Bianco è fissata alle 8,30 e l’ultimo ritorno da Punta Helbronner alle ore 15, con  corse  ogni 15 minuti su prenotazione obbligatoria. Gli impianti  aprono dal giovedì al lunedì, chiusi martedì e mercoledì.

*Pier Carlo Sommo

La comunicazione è da tempo ormai scienza universitaria, mestiere e non improvvisazione. Oggi troppi credono di essere comunicatori. Tra gli illusi, spesso politici e amministratori pubblici, c’è chi crede che la comunicazione della politica, spesso propaganda, sia la stessa cosa della comunicazione pubblica istituzionale. La comunicazione pubblica, specialmente in un momento di emergenza come l’attuale, dovrebbe avere un disegno strategico e condurre la cittadinanza a stabili comportamenti positivi. È inutile, e sul medio termine dannosa,  se stimola comportamenti effimeri e di breve durata, che è poi la sostanza della comunicazione politica, prevalentemente orientata al consenso del momento. In questo marasma pandemico, ai problemi di una comunicazione pubblica in generale, frammentata e poco chiara, si aggiunge anche la confusione tra testimonial e influencer, che non sono la stessa cosa.

Paolo Girola

Il giorno della memoria che si celebra ogni anno il 27 gennaio , deve essere, secondo me, non solo il ricordo della follia omicida  nazista , scatenata in particolare contro  gli ebrei , ma anche il monito perché il razzismo  in tutte le sue forme  non diventi mai più parte di un programma politico di governo. Quest’anno voglio parlare dei “buoni”. Di quelli che furono non solo solidali, ma coraggiosi soccorritori degli ebrei perseguitati. E per ricordarli , mi si perdonerà se porterò una testimonianza personale, diretta , di quanti si misero in gioco dopo l’8 settembre 1943, quando farlo poteva costare molto caro. Di quei lontani fatti, in casa mia se ne parlava:   mia madre e mio padre ( non ancora sposati né conoscenti) avevano aderito entrambi alla Resistenza. Venivano da famiglie antifasciste,  vere, non quelle che si scoprirono tali il  26 aprile 1945, con i tedeschi in fuga e i repubblichini braccati e arrestati.

Pier Carlo Sommo

La sigla DPCM, diventata famosa con l’avvento del Covid, è l’abbreviazione di “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”. E’ un atto convalidato dal Presidente senza passare per il Parlamento, allo scopo di varare provvedimenti urgenti in situazioni di emergenza. Tali atti un tempo erano cosa seria, scritti con il sussidio di giuristi ed esperti di settore, calibrando parole e valutando con attenzione situazioni e realtà. Purtroppo oggi i DPCM che si susseguono da un anno a ritmo incalzante, e sono capolavori di scarsa comprensibilità giuridica, pieni di incongruenze e assurdità, sono solo atti burocratico-amministrativi  lontani dalla logica e vita reale. La questione delle seconde case, da poco tempo finalmente accessibili, è significativa. E’ stata una  proibizione insensata che, senza valida ragione, ha aggravato la crisi  economica delle località turistiche.

Pier Carlo Sommo

La frase “hic sunt leones”  (in latino «qui abitano i leoni»), compariva sulle carte geografiche dell'antica Roma in corrispondenza delle zone ancora inesplorate. La frase non segnalava la presenza di leoni, ma indicava che non si sapeva cosa c’era in quelle lande sconosciute, a parte il fatto che erano abitate da belve ed erano territori che non potevano essere conquistati. Insistere sull’assurda questione della chiusura delle stazioni sciistiche, fa immaginare che a Roma pensino ancora che sulle Alpi “hic sunt leones” .  Pare che ritengano le zone montane territori sconosciuti e probabilmente non conquistabili con “redditi di cittadinanza” e strani “bonus” rilasciati a pioggia che nessuno ancora sa  chi pagherà…

*Pier Carlo Sommo

Il 2020 volge al termine. È tempo di bilanci. Qualche considerazione sul periodo trascorso. Essendo la Comunicazione / Informazione Pubblica da anni il mio mestiere parlerò di emergenza COVID19 nell’ambito della mia professione. La sera del 18 dicembre 2020 il Premier Giuseppe Conte ha trasmesso l’ennesimo messaggio sulle disposizioni anti contagio per fine anno. Al di là del contenuto, come al solito troppo lungo e poco chiaro, le reazioni in prevalenza non sono state positive, perché il tentativo di soddisfare tutti, di regola ottiene l’effetto contrario. Inoltre dal messaggio pare assente un piano strategico valido.

Paola Claudia Scioli

#Italiaunicaqui - Non c’è una spiegazione razionale ma, superata la piazza del borgo antico di Celleno (Viterbo) e iniziato il percorso sulle passerelle tra le rovine del paese, mi sono sentita catapultata indietro nel tempo a quel luglio 1984 in cui ho visitato il sito di Harran nella Turchia sud-orientale, città dell’antica Mesopotamia dalla quale rimasi stregata. Quest’estate è successa la stessa cosa nella piccola località della Tuscia viterbese recentemente inserita tra i 25 più affascinanti borghi fantasma d’Italia grazie ad un articolo della testata The Telegraph, che ce l’ha fatta scoprire. La sua posizione strategica fra Civita di Bagnoregio e il Lago di Bolsena, ad appena un'ora in auto da Roma e vicino a Orvieto, al confine con la Toscana, distrae l’attenzione del viaggiatore.

Ugo Marchisio

I morti causati dalla pandemia COVID-19 in Italia nel mese 15 agosto-16 settembre 2020 sono stati 253, pari ad una mortalità giornaliera di 8,4. Siamo ben lontani dai numeri a tre cifre di fine marzo. Se l’attuale trend continuerà a rimanere costante, avremo, d’ora in poi, un numero di morti in Italia per il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) intorno a 3.000 l’anno. Per confronto, i decessi annui dovuti all'influenza stagionale sono stimati, nell’ultimo quinquennio, intorno ai 14.500, dato grossomodo confermato sia estrapolando la media europea (15.000 circa) sia rifacendoci ad un calcolo dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS),  che li pone in un range tra 5.000 e 10.000. Infatti il virus influenzale ha una letalità (percentuale di casi mortali sul numero totale di persone infettate) che non arriva allo 0,1%, molto inferiore a quella del SARS-CoV-2 che è dell’1% circa. L’influenza ha però ha una contagiosità molto maggiore, soprattutto nella fase presintomatica e nell’età infantile, riuscendo così ad infettare un numero enormemente maggiore di soggetti.

Pier Carlo Sommo

Quando si parla di dimore reali Sabaude il pensiero corre subito ai fastosi palazzi del Piemonte, Stupinigi, Racconigi, Moncalieri, il palazzo reale di Torino. In Valle d’Aosta vi è invece un castello “reale” un po’ diverso, più curioso che fastoso: il castello di Sarre che da un’altura rivolta verso la conca di Aosta domina l’accesso all’alta Valle. Il piccolo maniero, più che alla sua nascita nel medioevo, è legato alla storia moderna, dall’Unità d’Italia all’avvento della Repubblica. Una storia scritta dalla famiglia Savoia, dinastia fortemente legata fin dalle sue origini alla Valle d’Aosta.

Pier Carlo Sommo

Siamo nel cuore delle colline piemontesi delle Langhe dove si produce il vino Barolo, definito “Il Vino del Re e il Re dei Vini”. In questo semplice gioco di parole è racchiusa la nascita, la storia, lo sviluppo e l’affermazione del Barolo, uno dei vini italiani più prestigiosi e apprezzati al mondo. Ma queste terre sono anche ricche di magnifici castelli medievali. Circondato dalle colline coltivate a vigneto, sovrastante un piccolo borgo ben mantenuto, svetta il castello di Serralunga d’Alba (CN). È forse il più ben conservato castello nobiliare trecentesco del Piemonte, vanta inoltre una struttura architettonica unica in Italia, quella del donjon (dongione) francese.