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Dario Gedolaro

Fa e disfa, dice e si smentisce, vuole essere la primadonna sempre. Ecco in poche parole il ritratto di messer Calenda, il nuovo incomodo delle prossime elezioni. Carlo Calenda parla chiaro, esprime concetti liberistici e moralistici condivisibili, ma inciampa quando si addentra nella pratica politica.

Carlo Calenda

E’ un tipo che ha finora tenuto banco ben più di leader stagionati. L’ha corteggiato strenuamente il povero Enrico Letta, che tra i malumori dei suoi gli ha promesso mari e monti ed è persino riuscito a siglare una solida alleanza con tanto di stretta di mano davanti alle telecamere. Ma poi ci si è accorti che tanto solida non era, e in un baleno si è sciolta al sole con accuse reciproche. E sì, perché Letta ha imbarcato qualsiasi “cespuglio” per cercare di sconfiggere il Centrodestra dato per favorito alle prossime elezioni e buona parte di chi aveva aderito ad Azione si è sentita tradita, in particolare le neoazioniste Mariastella Gelmini e Mara Carfagna inorridite dall’abbraccio con l’estrema sinistra antiatlantica, filo cinquestelle e contro il sostegno militare all’Ucraina.

“Non ci sto”, si è affrettato allora a dire Calenda, peccato che nel patto siglato con Letta ci fosse scritto che gli lasciava mano libera nelle alleanze. Forse non l’ha letto bene, o forse si era fatto ingolosire dai seggi sicuri che il leader del PD gli aveva garantito.

Il Senatore Matteo Renzi

Insomma ha combinato un bel pasticcio. Poi per rimediare a una solitudine che rischiava di tenerlo fuori dal futuro parlamento (Azione non raggiungeva la fatidica soglia del 3%) si è lasciato sedurre dall’inviso Renzi, con cui aveva escluso all’alleanze e uno che come primadonna non è da meno di lui. Trattativa difficile, con Calenda che cavillava sulle differenze fra Azione e Italia Viva, insomma non proprio un atteggiamento conciliante. La strada l’ha poi spianata Matteo Renzi, che sicuramente in queste cose è più abile di lui. Ha soddisfatto il suo ego, anche perché i sondaggi non erano certo lusinghieri nemmeno con Italia Viva: ci sarà il nome di Calenda nel simbolo elettorale e avrà il ruolo di “frontrunner”, con una prevalenza nei salotti televisivi. Ma, siccome Renzi non ama proprio il ruolo di comprimario, ha subito dichiarato: “Sono stato io il regista dell’operazione, sono stato l’uomo assist”, che in gergo calcistico significa essere l’uomo indispensabile per mandare in gol i compagni.

Insomma, i due galletti non si sono smentiti e adesso chissà se si sopporteranno. Comunque, è nato il tentativo di dare vita a un Centro che potrebbe essere l’ago della bilancia in quanto dai sondaggi non è chiaro se il Centrodestra, che è in vantaggio, riuscirà ad avere la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato.

In tutte queste vicende non esce bene Emma Bonino, anche lei protagonista di un repentino divorzio in questa estate preelettorale: ha mollato Calenda ed è rimasta nel carrozzone del Centrosinistra, più dell’onor è valsa la sicurezza di un posto in Parlamento.

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)