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Carola Vai

Il politico che ama gli animali rispetta le idee del popolo che deve governare più del politico che non li ama?  L’interrogativo di non facile soluzione nemmeno per me che qualche anno fa scrissi un libro in proposito, “In Politica se vuoi un amico comprati un cane” (Daniela Piazza Editore),    sembra essere tornato di attualità con le elezioni del Presidente degli Stati Uniti. Infatti, il nuovo numero Uno della Casa Bianca, Joe Biden, riporta i cani nell’abitazione più famosa d’America dopo quattro anni di assenza. Lo aveva annunciato mesi fa. In un messaggio aveva scritto: “Ci sono americani che celebrano il ‘National Cat Day’, altri il ‘National Dog Day’. Il Presidente Trump non celebra niente, e questo dice molto di lui”.

Joe Biden con il pastore tedesco Champ.

Del resto la tradizione di portare degli animali alla Casa Bianca iniziata da George Washington venne mantenuta da 30 dei 45 presidenti. Donald Trump invece in un comizio confidò di non avere tempo per i cani. Così lui e la moglie Melania non hanno mai avuto un cucciolo presidenziale, dimenticando che milioni di americani  hanno nelle loro case animali di ogni razza. Con Joe Biden, 46esimo Presidente degli Stati Uniti ,e la moglie Jill, la Casa Bianca torna dunque essere animata anche dai quattro zampe con grande soddisfazione dei tanti animalisti americani che con Trump avevano visto spezzarsi  la tradizione.

Libro di Carola Vai sugli animali dei politici

Si tratta di due pastori tedeschi considerati da tempo componenti della famiglia Biden: Champ e Major .  Per il primo è un ritorno. Infatti Champ affiancava  Biden nel 2012, quando era vicepresidente di Obama. Biden lo ricevette in dono dalla consorte Jill subito dopo le elezioni del 2008. Per ironia della sorte il pastore ormai dodicenne arrivava da un allevatore della Pennsylvania, Stato che tanti voti ha poi dato a Biden. Major, invece, nel suo piccolo è destinato ad entrare nella storia:  si tratta del primo cucciolo preso da un canile ad entrare alla Casa Bianca. I Biden lo adottarono tre anni fa attraverso la Delaware Humane Association.  Entrambi i cani sono stati sottoposti ad un addestramento speciale per essere abituati a viaggiare in aereo ed anche stare alla presenza di telecamere e fotografi.

Theodore Roosevelt con uno dei suoi Spaniel

Il giardino della Casa Bianca è comunque abituato ad ospitare bestiole di ogni razza.  Cito alcuni esempi:  Theodore Roosevelt aveva addirittura una trentina di cani. Roosevelt divenne il 26esimo Presidente  degli Stati Uniti, all’età di 42 anni, nel 1901, dopo l’assassinio di William McKinley, grande estimatori di pappagalli e di gatti. Il Presidente Calvin Coolidge (1923-1929) poco loquace in pubblico, amava parlare con gli animali. Alla Casa Bianca portò quasi uno zoo. Vari cani:  due Collier, un Chow Chow, uno Shetland Sheepdog, un terrier; poi un procione, canarini, una lince rossa, un ippopotamo pigmeo, un canguro e un orso nero.

Molti anni dopo  Fralklin Delano Roosevelt, 32esimo Presidente degli Stati Uniti dal 1933 alla morte avvenuta il 12 aprile 1945, fu affiancato da una serie di quattro zampe per lo più Setter e Terrier. In particolare amò Fala, vivace Scottish Terrier che portò ovunque. Fala seguì talmente l’inquilino della Casa Bianca da meritare di comparire anni dopo con lui pure al Franklin Delano Roosevelt Memorial di Washington, unico cane immortalato con una statua a grandezza  naturale a fianco di un Presidente degli Stati Uniti.  Harry Truman, successore di Roosevelt, ebbe un tale rispetto per i quattro zampe da inventare il concetto scritto alla moglie Bess: “In politica se vuoi un amico, prenditi un cane”. E lui alla Casa Bianca arrivò con un Irish Setter, Mike, e un Coker Spaniel, Feller ,considerati gli unici amici di quegli anni.

Ronald Reagan con uno dei suoi cani a Natele

Il democratico John Kennedy oltre i cani Charlie e Shannon portò con sé il gatto, Tom Kitten, un canarino, dei pony, un cavallo, un coniglio e altre bestiole, come confermano molte fotografie.  Ronald Reagan, alla presidenza dal 1981 al 1988, custodì molti animali nel suo range. Alla Casa Bianca portò tre cani Spaniel, mentre la first lady Nancy ebbe un Siberian Husky ed un pastore belga.

Bill Clinton con la First lady Hillary , la figlia e il cane Buddy

Ad affiancare Bill Clinton, eletto nel 1992, all’età di 46 anni, ci fu un magnifico Labrador  dal pelo coloro marrone, Buddy, così chiamato in onore di uno zio. E ci fu pure il gatto, Socks. Le due bestiole non si amavano al punto da indurre Bill Clinton ad informare gli americani in conferenza stampa di essere riuscito a mettere d’accordo palestinesi e israeliani, ma non Buddy e Socks.

Molto amati i quattro zampe pure dal repubblicano George W. Bush junior e la moglie Laura. Bush, Presidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009 arrivò con cani e gatti conosciuti in tutto il mondo. Molto scalpore suscitò la gattaIndia” perché l’India considerò un affronto che un simile nome fosse assegnato al gatto del Presidente americano.

George Bush, la first lady Laura e il cane Barney

La gatta India visse diciotto anni, fino a gennaio 2009, ed alla sua morte vennero dati ai giornalisti informazioni dettagliate.  I due cani di casa Bush, Barney e Miss Beazley, furono testimoni di anni importanti prima e dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2011. Soprattutto Barney definito da molti giornali “vero cane presidenziale”, venne spesso usato da Bush per esprimere pensieri, sogni, osservazioni e sarcastiche critiche soprattutto verso giornalisti e fotografi.

Barack Obama, primo Presidente di origine afroamericana, arrivò alla Casa Bianca nel 2009 senza amici a quattro zampe. Ma pochi mesi dopo lui e la first lady, Michelle, presero due cuccioli Cao de Agua Portoghese, razza poco nota al popolo americano. Il primo ad arrivare fu il cane Bo , dalle iniziali di Barack Obama, presentato durante  un’affollata conferenza stampa e immortalato in molte immagini. Poco dopo la sua presentazione ufficiale ,Barack Obama mostrò al mondo la ciotola del first dog attraverso  un’immagine pubblicata su appositi depliant: stelle, strisce, croccantini.  La ciotola venne realizzata  in una serie limitata di 999 esemplari messi in vendita per 129.90 euro. Lo speciale tazzone comparve pure al Zoomark International, vetrina professionale del mondo pet,  in scena a Bologna Fiere.

Il cane Bo di Barack Obama

Nel 2013 Bo venne affiancato da un altro esemplare Cao, Sunney, presentato dalla first lady Michelle con un annuncio ufficiale su Twitter. Anche Sunney, di sesso femminile, era socievole, affettuoso, divertente. Bo e Sunney, come era capitato per tutti gli altri cani presidenziali, ebbero spesso  il permesso di accedere alla Stanza Ovale, l’ufficio del Presidente.

Con l’arrivo di Joe Biden e la first lady Jill con i loro due pastori tedeschi nella residenza presidenziale tornerà una tradizione trasversale. Chissà se Champ e Major saranno trasformati in protagonisti come, ad esempio,  Barney e Miss Beazley, gli scottish terrier della famiglia Bush, che oltre essere immortalati in centinaia di foto ufficiali, venne loro creato uno spazio internet della Casa Bianca.

 

 

 

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)