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Carola Vai

Una piccola-grande donna con il pallino della politica, una straordinaria abilità nei rapporti sociali e nella comunicazione, affamata dal bisogno di essere sempre all’altezza della situazione per essere accettata soprattutto in un ambiente maschile. Così appare Giorgia Meloni prima donna a capo del governo nella storia d’Italia. Un evento storico suggellato oggi, domenica 22 ottobre 2022, dalla cerimonia del passaggio del ruolo da Mario Draghi, presidente uscente, a lei, nuovo presidente, con la consegna della campanella utilizzata dal capo del governo per aprire le riunioni del Consiglio dei Ministri.

Carola Vai con Giorgia Meloni Ministro della gioventù 2009

Può piacere o non piacere, ma Giorgia Meloni ha già un posto preciso nei libri di storia non solo dell’Italia, ma di tutta Europa. Romana (ma con origini cagliaritane da parte del padre e messinesi da parte della madre, Anna Paratore), nata il 15 gennaio 1977 Giorgia è cresciuta nel quartiere popolare della Garbatella, poco lontano dal cuore di Roma. Infanzia felice per sua stessa ammissione, ma non facile anche per le non poche difficoltà economiche (il padre abbandonò la famiglia poco dopo la sua nascita). Giorgia si tuffò nell’attività politica dopo l’assassinio del giudice Paolo Borsellino avvenuto il 19 luglio 1992. Aveva 15 anni. Un desiderio: cambiare l’Italia. Tutti forse nel passaggio tra l’infanzia e la giovinezza abbiamo cullato l’idea di fare qualcosa per migliorare il mondo circostante. Ma poi per molti di noi l’impegno è diventato marginale rispetto alla quotidianità famigliare, professionale, persino carrieristica. Non per Giorgia Meloni che ha visto nella politica l’unica strada per arrivare all’obiettivo. Ai primi passi nel Movimento Sociale Italiano ha affiancato lo studio arrivando a raggiungere il diploma in lingue all’istituto professionale “Amerigo Vespucci” di Roma, poi diventare giornalista professionista. Sempre dividendosi in varie attività (baby sitter, cameriera, guardarobiera, barista e tanto altro) per riuscire a guadagnare il necessario a contribuire alle spese di casa. Anni impegnativi, anni tuttavia scanditi da molte conquiste fino diventare vicepresidente della Camera dei deputati (2006-2008), poi ministro per la gioventù (2008-2011) nel quarto governo Berlusconi dopo aver ricoperto il ruolo di presidente di “Azione Giovani”, “Azione Studentesca”, presidente della “Giovane Italia”. Donna dal carattere tenace, determinata a non lasciarsi distogliere dalle proprie convinzioni, quando non ha condiviso il supporto del “Popolo della Libertà” al governo Monti, si è recata da Silvio Berlusconi ed ha annunciato la sua idea di andarsene. Poi con Ignazio La Russa (ora eletto Presidente del Senato) e Guido Crosetto (oggi ministro della Difesa) ha fondato il partito Fratelli d’Italia di cui è presidente dal 2014. Impegnata in politica, ma decisa a non rinunciare alla sua vita sentimentale scandita dall’incontro con il giornalista Andrea Giambruno. La coppia benché non ancora ratificata dal matrimonio nel 2016 ha avuto una bambina, Ginevra, testimone con il papà della cerimonia di insediamento a capo del governo della giovane mamma.

Mario Draghi e Giorgia Meloni durante Il “passaggio della campanella”

Se l’abbigliamento ha un preciso significato nel mondo della politica, si può prevedere dai primi momenti dell’arrivo alla guida del governo di Giorgia Meloni, di una ferrea volontà a fare il possibile per evitare scivoloni personali. Nei primi tre giorni più impegnativi della sua vita politica ha infatti scelto un outfit istituzionale, fatto di tailleur classici, pantaloni e giacca, di colore scuro con l’unica eccezione di una camicia bianca sotto la giacca per la cerimonia del passaggio della campanella. Scarpe classiche con tacco a spillo per il giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, capelli legati, un bracciale gioiello nel polso di destra e uno in pizzo macramè con i colori della bandiera italiana a sinistra. C’è da sottolineare che tutte le sei donne (Anna Maria Bernini, Daniela Garnero Santanchè, Marina Elvira Calderone, Eugenia Roccella, Elisabetta Alberta Casellati, Alessandra Locatelli) su 24 ministri del nuovo governo hanno scelto un abbigliamento formale e sobrio, con tailleur classici giacca e pantaloni suddividendosi tra tutto scuro o tutto bianco. Accessori e gioielli (molto oro e perle) calibrati, quasi per tutte con tacchi non eccessivi e colori delle scarpe abbinati ai completi. Infine trucco finto naturale per tutte, e acconciature giovanili e apparentemente semplici. Nessuna fantasia nemmeno per la squadra maschile dei 18 neo ministri tutti con giacca a due bottoni, blu o grigia, abbinata a camicie bianche e cravatte monocolore o con minuscoli disegni. Unica eccezione: il ministro dello sport Andrea Abodi che ha scelto di vestire in grigio chiaro.

Giorgia Meloni ha confermato di voler evitare imbarazzi anche durante la “giornata della campanella” scegliendo ancora un completo scuro, (ma con camicia bianca), e scarpe mocassino per il suo ingresso a Palazzo Chigi e passaggio nel cortile davanti al picchetto  per gli onori militari da lei definito “una cosa impattante emotivamente” rivolgendosi a Mario Draghi che l’ha accolta con un sorriso caloroso. Poi, per ricevere la campanella dallo stesso Draghi si è presentata con scarpe più eleganti a mezzo tacco. Un dettaglio femminile indice di una certa attenzione ai piccoli particolari.

Al primo Consiglio dei Ministri tenuto subito dopo la neopresidente avrebbe ricordato a tutta la squadra la necessità di essere uniti per affrontare le emergenze del Paese, invitando tutti “a lavorare insieme”.

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)