Carola Vai
Il Castello di Moncalieri, alle porte di Torino, custodisce ottocento anni di storia. Tra le sue mura la famiglia Savoia ha vissuto 7 secoli di governo. Il Castello è cambiato con l’alternarsi di successi, sconfitte, amori, tradimenti, lutti, gioie, di personaggi ed avvenimenti. Il susseguirsi dei fatti dalla prima costruzione dell’edificio, nel 1200 circa, a quando il Castello nel 1926 ha perso il ruolo di residenza, non sono mai stati del tutto raccontati. Nemmeno sono stati uniti alla trasformazione avvenuta dal 1948 quando, in questo luogo, si sono stabiliti i Carabinieri, ancora presenti. Da qui l’idea del volume "Il Castello di Moncalieri. Una presenza sabauda fra Corte e Città" con le vicende che lo riguardano dalla nascita ai nostri giorni. Il libro, 420 pagine, tante fotografie, narra gli accadimenti incluse le metamorfosi murarie, ambientali, sociali. L’opera pubblicata dal Centro Studi Piemontesi è stata presentata dall'assessore alla cultura di Moncalieri, Laura Pompeo, nel giardino delle rose, il 23 luglio, pochi giorni dopo la riapertura al pubblico del Castello seguita alla lunga pausa imposta dalla diffusione del coronavirus.Carola Vai
L’emergenza #Covid19 ha penalizzato l’intera economia italiana. Ma il Turismo è forse il settore più danneggiato. Molti alberghi, ristoranti, trasporti sono a rischio chiusura definitiva. Al punto da indurre Federturismo Confindustria, associazioni di categoria e imprenditori a invocare interventi seri da parte dello Stato per evitare la scomparsa di un gran numero di aziende. Il Piemonte sta cercando in tutti i modi di evitare il tracollo di molte strutture. “La quantità di quattrini che il Decreto rilancio del governo ha previsto per il turismo sono un’inezia in confronto a quanto fatto da altri Paesi”, ha accusato Marina Lalli, Presidente nazionale di Federturismo, intervenendo al convegno Webinar sul tema “Position paper di indirizzo strategico del turismo in Piemonte”. Presenti esperti del settore e l’assessore regionale del Piemonte Vittoria Poggio.Paola Claudia Scioli
Quando si ama la propria città, ci si mette volentieri la faccia per riportarla agli antichi splendori. A causa dell’emergenza #Coronavirus anche #Orvieto, come tante altre città d’arte in Italia, ha subito un tracollo delle attività collegate al turismo, che significa almeno il 70 % delle attività complessive. Tre mesi di lockdown e la paura degli stranieri a muoversi verso l’Italia, che ha comunicato forse con eccessiva trasparenza la gravità della situazione sanitaria nei mesi passati, hanno spazzato via il turismo internazionale da una delle città simbolo del Bel Paese.Carola Vai
Vent’anni fa, il 20 luglio 2000, il Museo Nazionale del Cinema di Torino si presentò al pubblico dalla sua nuova casa: la Mole Antonelliana. Fu un enorme successo. Ricordo bene l’emozione vissuta mentre seguivo nel ruolo di giornalista l’avvenimento. Le collezioni che Adriana Prolo con tenacia iniziò a raccogliere dagli anni Quaranta fino alla sua morte nel 1992, richiamarono nel tempo milioni di visitatori. Inoltre, in due decenni il Museo è stato meta in incognito di attrici, attori, registi da tutto il mondo. Ma “poiché il cinema è vita, e la vita è cambiamento, anche il Museo va rinnovato”, spiega Enzo Ghigo, 67 anni, Presidente della Regione Piemonte dal 1995 al 2005 e da circa un anno al vertice della Fondazione Prolo. Il giro di boa doveva essere anticipato durante i festeggiamenti del ventennale. Purtroppo gli effetti del #coronavirus hanno penalizzato la ricorrenza riducendo al minimo gli eventi. Tuttavia l’iniziativa orientata “a riscrivere la sceneggiatura del museo”, e gradita pure ai soci (Comune di Torino, Regione, Fondazioni bancarie, Gtt) , partirà presto.Carola Vai
Per chi ama la montagna e la sua natura, il Parco Nazionale del Gran Paradiso è ideale in questi mesi di timori contagio del coronavirus. Si trova ad una settantina di chilometri da Torino. E’ un’enorme area protetta creata nel 1856 come Riserva Reale Sabauda per salvaguardare lo stambecco, a rischio estinzione. Ed è il primo parco nazionale istituito in Italia: nel 1922. Da allora è frequentato da appassionati e turisti numericamente aumentati con l’avvio, tre anni fa, del festival Gran Paradiso dal Vivo. Carrellata di spettacoli itineranti, gratuiti e all'aperto, trasferiti in aree chiuse in caso di maltempo. Vari i comuni piemontesi interessati: Alpette, Ceresole Reale, Locana, Noasca, Ribordone, Ronco Canavese, Sparone, Valprato Soana. Tutti in provincia di Torino. Il Festival, iniziato il 27 giugno scorso, si concluderà il 19 luglio a Locana. Unica imposizione agli spettatori: la prenotazione su www.cdviaggio.it/granparadisodalvivo-info-prenotazioniDonatella D’Angelo
Sembra un argomento da addetti ai lavori,in realtà interessa tutti e spiego il perché .Quando camminate per strada ed inciampate ,per le strade dissestate, oppure il vostro Museo o Chiesa sono chiusi perché inagibili e vi chiedete sul come mai. Per non parlare di Ospedali ed una serie di edifici pubblici necessari per la vita di ognuno di noi ,perché senza la loro agibilità tutto è più difficoltoso. Ci si chiede come mai e sovente, i progetti sono stati redatti anche approvati ma si aspetta la gara d'appalto anche per importi modesti che a volte dura mesi e mesi.Dario Gedolaro
Torno sulle responsabilità della Cina nella vicenda Covid-19 e sulla necessità di rivedere, prendendo spunto da questa emergenza, i rapporti economico/commerciali con lei da parte dei Paesi europei (gli Stati Uniti l’ hanno già fatto). Ho recentemente sentito l’ ex ministro e fondatore del movimento Azione, Carlo Calenda, criticare il M5S di essere troppo filocinese (per la cosiddetta “Via della Seta”) con grave pericolo per l’ industria italiana ed europea. Ora mi è capitato di leggere una dura presa di posizione del quotidiano tedesco Bild (ripresa dal sito economico QuiFinanza).Dario Gedolaro
Qualche settimana fa ho scritto che il Coronavirus Covid 19, ha riportato in primo piano il problema del dumping fiscale all’ interno della Ue, in seguito alle polemiche suscitate dalla richiesta di FCA di un prestito di 6,3 miliardi garantito dallo Stato. Su questo tema viene a fagiolo un’ iniziativa di PiùEuropa, che cito non per fare propaganda politica a chicchesia, ma perché dimostra come la questione sia tutt’ altro che marginale.Pier Carlo Sommo
Premetto che io non sono nè pessimista nè ottimista. Vita, lavoro e cultura mi hanno reso un pragmatico assoluto. Per ragioni professionali ho vissuto questo periodo di crisi in prima linea e sono stato aggiornato quotidianamente su tutti gli aspetti locali e nazionali. In precedenza il mio lavoro di comunicazione e informazione pubblica mi ha portato ad affrontare molti tipi di crisi, sotto vari aspetti, per cui non sottovaluto né mi spavento, per me è un lavoro da affrontare, cercando di mantenere la massima lucidità, sociale, tecnica e politica. Regola aurea del crisis management è nè rassicurare troppo nè intimidire. Nella gestione italiana della comunicazione del COVID19 tale regola è stata totalmente dimenticata, da farci sentire un pò tutti burattini...Dario Gedolaro
Il Coronavirus un merito l’ ha avuto: ha fatto esplodere problemi che da tempo covavano sotto la cenere. Mi riferisco a due questioni importanti: il dumping fiscale esistente nell’ Ue e i rapporti con la Cina, Paese responsabile del disastro economico planetario causato dalla pandemia. Problemi che deve risolvere la Politica con la “p” maiuscola. A portare di nuovo alla ribalta la prima questione è stata la decisione di Fca di chiedere un prestito da 6,3 miliardi alla banche, garantito dallo Stato italiano. Fca ha trasferito dal 2014 la sede legale ad Amsterdam e la sede fiscale a Londra (altri grandi gruppi industriali italiani di nascita sono in realtà diventati stranieri, basti pensare alla Ferrero, a Mediaset, a Cementir), decisione determinata da considerazioni di convenienza fiscale e giuridica. Insomma, tanto per semplificare si pagano meno tasse e le leggi sono più “amichevoli” per le imprese.