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Category Archives: EVENTI

Dario Gedolaro

Qualche settimana fa ho scritto che il Coronavirus Covid 19, ha riportato in primo piano il problema del dumping fiscale all’ interno della Ue, in seguito alle polemiche suscitate dalla richiesta di FCA di un prestito di 6,3 miliardi garantito dallo Stato. Su questo tema viene a fagiolo un’ iniziativa di PiùEuropa, che cito non  per fare propaganda politica a chicchesia, ma perché dimostra come la questione sia tutt’ altro che marginale.

Pier Carlo Sommo

Premetto che io non sono nè pessimista nè ottimista. Vita, lavoro e cultura mi hanno reso un pragmatico assoluto. Per ragioni professionali ho vissuto questo periodo di crisi in prima linea e sono stato aggiornato quotidianamente su tutti gli aspetti locali e nazionali. In precedenza il mio lavoro di comunicazione e informazione pubblica mi ha portato ad affrontare molti tipi di crisi, sotto vari aspetti, per cui non sottovaluto né mi spavento, per me è un lavoro da affrontare, cercando di mantenere la massima lucidità, sociale, tecnica e politica. Regola aurea del crisis management è nè rassicurare troppo nè intimidire. Nella gestione  italiana della comunicazione del COVID19 tale regola è stata totalmente dimenticata, da farci sentire   un pò tutti burattini...

Dario Gedolaro

Il Coronavirus un merito l’ ha avuto: ha fatto esplodere problemi che da tempo covavano sotto la cenere. Mi riferisco a due questioni importanti: il dumping fiscale esistente nell’ Ue e i rapporti con la Cina, Paese responsabile del disastro economico planetario causato dalla pandemia. Problemi che deve risolvere la Politica con la “p” maiuscola. A portare di nuovo alla ribalta la prima questione è stata la decisione di Fca di chiedere un prestito da 6,3 miliardi alla banche, garantito dallo Stato italiano. Fca ha trasferito dal 2014 la sede legale ad Amsterdam e la sede fiscale a Londra (altri grandi gruppi industriali italiani di nascita sono in realtà diventati stranieri, basti pensare alla Ferrero, a Mediaset, a Cementir), decisione determinata da considerazioni di convenienza fiscale e giuridica. Insomma, tanto per semplificare si pagano meno tasse e le leggi sono più “amichevoli” per le imprese.

*Ugo Marchisio

Eh sì! Parlando di epidemie e pestilenze, il Manzoni riaffiora inevitabilmente e questa famosissima citazione dai Promessi Sposi descrive, meglio di ogni altro commento, la necessità di riprendere ad andare avanti e, allo stesso tempo, l’incertezza su come procedere. L’incertezza non nasce solo dalle differenti posizioni espresse da politici, esperti, Governo e Governatori (regionali), tra di loro ed all'interno di ogni singola categoria: ce la portiamo dentro tutti noi, tormentati dal dilemma se riappropriarci impavidi delle nostre libertà o, più prudentemente, sfiorarle appena, con la punta delle dita, come si fa con una stufa accesa che potrebbe regalarti un piacevole tepore, oppure ustionarti la pelle. Con questo nuovo coronavirus, infatti, tutto è inedito e ogni mossa è un’avventura. Chi sbandiera ricette sicure e condanna senza appello quelle degli altri è solo ingenuo o in cattiva fede.

Carola Vai

Complesso e confusionario, pertanto difficile da capire. E’ la lapidaria definizione data al “Decreto rilancio” dall’imprenditore Nicola Scarlatelli,  Presidente di CNA Torino (Confederazione nazionale dell’artigianato e della Piccola Impresa) durante la mia intervista sulla riapertura delle aziende dopo lo stop imposto dall’emergenza del Covid-19. “Quando non si hanno idee chiare sul da farsi, si danno spiegazioni  confuse. Stiamo vivendo un momento estremamente difficile. Ci sono settori professionali a rischio chiusura definitiva. La loro sopravvivenza dipende dalla rapidità di intervento, ma anche dalla semplicità di azione. Invece il Decreto sta complicando ancora più la loro lotta contro una ripresa che temono di non poter più affrontare”.

Carola Vai

Se muore il commercio, muore la città. Vale per Torino, come per tutta Italia. E’ la convinzione, in sintesi, della Presidente di Confcommercio Piemonte e di Ascom Torino, Maria Luisa Coppa.  In attesa di quello che è stato definito  “Decreto Rilancio “ del governo, o comunque idee chiare da parte del governo dei protocolli nei confronti della riapertura delle strutture dei vari comparti (commercio, turismo, servizi, trasporti), la gran parte delle imprese italiane sta dibattendosi  tra enormi difficoltà economiche  che stanno mettendo a dura prova la loro stessa sopravvivenza . L’Ufficio Studi Confcommercio ha stimato “in modo prudenziale”  la chiusura definitiva di circa 270 mila imprese del commercio e dei servizi  a causa delle gravi condizioni economiche se non dovessero migliorare rapidamente con una riapertura completa entro ottobre.

Carola Vai

Strade e portici vuoti. Stazione ferroviaria di Porta Nuova quasi deserta e pressoché priva di treni; piazze e piazzette silenziose. Serrande abbassate. Poche auto, qualche ciclista spesso indifferente alle piste ciclabili. E’ il cuore di Torino che ho scoperto oggi durante 7 chilometri di camminata a piedi. Un'immagine malinconica e grigia come il cielo di questa giornata. A cinque giorni  dall’inizio della Fase 2 del dopo Coronavirus il capoluogo piemontese sembra ammutolito davanti alla scelta di lasciare ancora chiusi locali pubblici, negozi, musei. Giovani e meno giovani hanno preso d’assalto la periferia, soprattutto giardini e parchi, dove l’invito a usare guanti e mascherine e mantenere la distanza sociale è più ignorato che ascoltato . Ma il centro di Torino, elegante polmone della storia del Piemonte e per un breve periodo dell’Italia intera, è diventato bivacco di barboni e ‘senza casa’ numericamente ancora cresciuti per colpa della crisi.

Carola Vai

La ripresa è un’incognita. Assurdo pensare ad una soluzione unica, ad una  ricetta miracolosa per uscire dalla crisi. Non esistono ne l’una e ne l’altra.  L’unica strada è lavorare, il più possibile, adeguandosi di volta in volta alle necessità imposte dalla situazione provocata dal Covid-19 in Italia. E’, in sintesi, la risposta che mi ha dato Alessandro Barberis, nome tra i più noti e importanti dell’imprenditoria torinese degli ultimi 20 anni. Ingegnere, allenato ad affrontare problemi dirigenziali giganteschi e in continua evoluzione, (tra i molti ruoli ha diretto Fiat Auto nel 1993; l’Istituto bancario San Paolo di Torino nel 1996; la Fiat nel 2002 dove poi è stato amministratore delegato e infine vicepresidente nel 2003. Ha ricoperto vari ruoli in Confindustria; ha  presieduto la Camera di Commercio di Torino dal 2004 al 2014. E tanto altro; tutto affiancato dall'interessamento per il volontariato fin dalla giovinezza).

* Pier Carlo Sommo

Il grande giurista tedesco Rudolf von Jhering ( 1818 – 1892) diceva che “La legge è l'arma indispensabile dell'intelligenza contro la stupidità”; oggi forse avrebbe qualche dubbio… Le norme devono essere create e applicate con professionalità e serietà, altrimenti il diritto diventa una buffonata o un sopruso. Da molti anni mi occupo di comunicazione e informazione, ma sono laureato in Giurisprudenza. In gioventù ho esercitato la pratica legale e ho fatto parte per alcuni anni del servizio Legislativo e Studi della Regione Piemonte. I miei docenti della facoltà di Giurisprudenza  all'Università di Torino sono stati professori di alta caratura e chiara fama: Giovanni Conso, Carlo Federico Grosso, Marco Siniscalco, Claudio Dal Piaz, Elio Casetta, Silvio Romano, Giorgio Cansacchi, Mario Enrico Viora, solo per citarne alcuni. Mi sono laureato con Giommaria Deiana, luminare nazionale del diritto civile.  Questi Maestri del diritto, mi hanno lasciato, oltre a una buona preparazione sulla materia, saldi principi di democrazia, legalità e legittimità  che mi hanno accompagnato per tutta la mia vita sociale e professionale. Ho abbandonato la pratica legale negli anni 90’, perché la realtà applicativa del diritto non coincideva più con i miei ideali, tra scadimento della qualità della produzione legislativa, troppo complessa e di dubbia  applicazione.

Paolo Girola

C’è un proverbio indiano che dice “Tutto ciò che non è donatoè perduto”. Mi è tornato in mente in questi tristi giorni, come una luce nel buio di troppe cose andate storte, polemiche politiche, virologi incerti per certezze scientifiche spesso superate da  intuizioni empiriche che loro non sapevano spiegare ( …e quindi cure ritardate) ,  imprevidenza, troppa sicurezza andata presto in fumo,  poca saggezza e buon senso. Tutto un “male” che rifiuto  di credere  prevarrà e spero che ci insegni qualcosa. Troppo il bene fatto da molti che si sono “donati” con abnegazione. Mi lascia perplesso la caccia alle streghe, e la sensazione che siano ancora una volta  solo” gli stracci ad andare per aria “. Il luogo comune sono diventate le RSA, al centro di una moderna caccia all'untore alimentata da troppa informazione superficiale e scontata. Non credo alla giustizia che cede alla piazza di parenti  urlanti , anche giustamente affranti (…spero  tutti sinceramente affranti). Non cerchiamo un colpevole  a qualunque costo,  da portare in tribunale , naturalmente, e buttargli addosso gli errori di tutti gli altri. Errori ce ne sono stati, ma non tutti gli errori sono reati.